Quando Carlo Bergonzi è morto nella notte di venerdì, un uomo non è morto. Un’epoca è morta. Ogni volta che il maestro Bergonzi si è aperta la bocca, è stata una lezione di canto. Già aveva la coscienza artistica di voler utilizzare sempre la tecnica; ma a causa del registro alto di questo ex-baritono, che non era mai facile, doveva dipendare doppiamente dalla tecnica. Il suo canto splendeva — splendeva dalla tecnica dei vecchi tempi (Caruso, Pertile, Gigli) e splendeva dal suo proprio gusto musicale. È un po’ difficile scrivere di quest’uomo. Dei tenori viventi, era il mio idolo Numero Uno, che speravo sempre d’incontrare. Una stretta di mano. Una telefonatina. Qualcosa. Ma non era destino. Nonostante un paio di lettere scambiate con sua moglie Adele, nonostante una cara amica in comune (la grandissima mezzosoprano Mary Davenport), una mezza dozzina di volte sono stato a Milano, e una mezza dozzina di volte sono stato troppo timido per andare a trovare il gran tenore. Che stronzo che sono! Condivido con voi una interpretazione di Non ti scordar di me, un bis di un concerto a Tokio nel 1986. Qua la sua tecnica canora e il suo cuore sono giganteschi, tutti e due. | When Carlo Bergonzi died on Friday night, a man didn't die. An era died. Every time that Maestro Bergonzi opened his mouth, it was a voice lesson. He already had the artistic conscience to want always to use the technique; but because of the high register of this former baritone, which was never easy, he had to rely doubly on the technique. His singing shined – it shined from the technique of the olden days (Caruso, Pertile, Gigli) and it shined from his own musical taste. It is a little difficult to write about this man. Of living tenors, he was my Number One idol, whom I always wanted to meet. A handshake. A short telephone conversation. Something. But it wasn't meant to be. Despite a few letters exchanged with his wife Adele, despite a dear friend in common (the great mezzo-soprano Mary Davenport), a half dozen times I was in Milan, and a half dozen times I was too shy to call on the great tenor. What an idiot I am! I share with you a performance of Non ti scordar di me, an encore at a concert in Tokyo in 1986. Here his singing technique and his heart are both gigantic. |
Diario dell’Esperienza Italoamericana
A Journal of the Italian-American Experience
domenica 27 luglio 2014
Carlo Bergonzi RIP
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