domenica 27 dicembre 2015

Foto della Settimana / Photo of the Week


“Sasicc’, friariell’ e purpett’”
“Sausages, broccoli-rabe, and meatballs”

Photo © Domenico Consalvo, used with permission.
Per la gentilissima concessione del cuoco e fotografo, Domenico Consalvo.

domenica 20 dicembre 2015

Foto della Settimana (e un'Intervista!) / Photo of the Week (and an Interview!)



“ Timballo di zite, stile siciliano” 
Sicilian-style ziti timballo” 
di Anna Maria Santangelo
Catania, Sicilia


Questa foto mi ha conquistato – sia per lo scatto che per il soggetto!

(È importante ricordare che, dal film Big Night (1996), noi italoamericani siamo affascinati dai timballi – che purtroppo pochi hanno il coraggio di tentarne l’esecuzione!)

Sarebbe stato troppo facile pubblicare solamente la foto; dovevo intervistare questa cuoca e fotografa, una donna da autentico talento.
Leonardo Ciampa: Parlaci un po’ di te.
Anna Maria Santangelo: Sono nata a Catania, dopo Palermo la seconda città più grande della Sicilia. Sono insegnante, e ho lavorato fino a tre anni fa in un asilo nido. Adesso lavoro in ufficio. Mi piace mettermi alla prova su tutto. Ho avuto molti interessi – ricamo, pittura,bricolage, decoupage – e negli ultimi due anni ho voluto provare in cucina.
LC: Da dove trai la tua ispirazione culinaria?
AMS: Il mio maestro è mio marito, che sa cucinare bene perché ha imparato dalla sua mamma. La cucina di mio marito è una cucina che rispecchia molto le tradizioni della mia Sicilia.
LC: Non dimostri di avere paura nell’eseguire piatti molto elaborati come il timballo di ziti, che hai fatto molto bene!
AMS: Mi documento molto, e prima di cucinare un piatto molto elaborato lo studio bene. Forse sarà fortuna ... forse sarà amore ed il cuore ... forse sarà la mia precisione ... ma riesco sempre ad eseguire le ricette che mi piace riprodurre. LC: Io non ho mai preparato un timballo. Ammetto che ne ho paura!
AMS: Dico sempre: «Nulla è difficile. Bisogna provare e riprovare, poi diventerà facile.»
  This photo carried me away – both for the photo and for the subject!

(It's important to remember that, since the film Big Night (1996), we Italian-Americans have a fascination with the timballo – which unfortunately few of us have the courage to attempt!)

It wasn't enough to simply publish this photo; I had to interview this chef/photographer, a woman of genuine talents.

Leonardo Ciampa: Tell us a little about yourself.
Annamaria Santangelo: I was born in Catania, after Palermo the second largest city in Sicily.  I am a teacher.  Up to three years ago I taught preschool.  Now I work in an office. I like to prove myself in everything. I have had many interests – embroidery, painting, woodworking, decoupage – and in the last two years I wanted to prove myself in the kitchen.
LC: From where do you draw your culinary inspiration?
AS: My teacher is my husband, who knows how to cook well because he learned from his mother. My husband's cooking is a cuisine that very much mirrors the traditions of my Sicily.
LC: You don't seem to fear the more elaborate dishes, like the ziti timballo, which you execute very well!
AS: I document everything, and before attempting an elaborate dish I study a lot.  Maybe it's luck ... maybe it's love and heart ... maybe it's my precision ... but I always manage to execute the recipes that I like reproducing.
LC: I have never prepared a timballo.  I admit that I'm afraid of it!
AS: I always say: "Nulla è difficile. Bisogna provare e riprovare, poi diventerà facile." ("Nothing is difficult. You have to try and try again, then it will become easy.")

domenica 6 dicembre 2015

Tre grandissimi italoamericani / Three very great Italian-Americans

Non dico questo per essere drammatico.  Non mi sto “piangendo addosso.”  Ma dico in tutt’onestà, in tutta sincerità, che come musicista, dalla mia adolescenza, mi sento estraneo al mondo nel quale vivo.  Le aspirazioni musicali del Novecento mi erano sempre straniere, e strane.  Nessuno immaginerebbe di mangiare cibo che non avesse un buon sapore.  Perché dunque fare musica che non abbia un buon suono?  Perché le interpretazioni che siano fedeli a una teoria scientifica ma infedeli al cuore umano?

Questo sentimento estraneo, il sentimento di essere in esilio, rimane.  Forse per sempre rimarrà.  Ma vi voglio parlare di tre musicisti italoamericani cui musicalità incredibile mi ha consolato in quest’esistenza terreste. La loro musica mi ha migliorato la qualità di vita.

Il violinista Arturo Delmoni suona con tutta la musicalità e tutto il cuore dell’Ottocento. Le nostre collaborazioni, e la nostra amicizia, sono uno dei più grandi onori della mia vita.  Figuratevi l’onore di comporre musica per lui, che lui poi ha eseguito in pubblico!  Lui, e il suo violino, sono uno dei più grandi doni della mia vita.

Nel 1989, quando avevo 18 anni, uscì un video di Aïda con Aprile Millo nel ruolo eponimo. Il protagonista tenorile era Placido Domingo; ma su di me lui fece piccolissimo colpo. Aprile Millo!  Quando lei canta la musica di Verdi, voi rimanete trasportati indietro ai vecchi tempi.  Ascoltare un gran cantante è un piacere. Ascoltare Aprile Millo è un onore.

Nel film indimenticabile  dal 1958 South Pacific, le canzoni, inclusa “Some enchanted evening”, si cantarono né da Rossano Brazzi, né da Ezio Pinza, ma da Giorgio Tozzi. Un anno dopo, lui registrò Turandot, con un cast stellare (Nilsson, Tebaldi, Björling, e Leinsdorf sul podio), registrazione che conoscevo bene nella mia adolescenza.  Non immaginavo mai che, un giorno, avrei il privilegio di parlargli telefonicamente. Ci siamo parlati parecchie volte. Lui era una delle persone più gentili e più generose che ho mai conosciuto. Parlavamo pochissimo di South Pacific.  Ma parlavamo moltissimo di Beniamino Gigli, con cui lui cantava negli anni 50.  Figuratevi i racconti che Tozzi poteva narrare!

Voi fareste meglio ad ascoltare non le mie parole, ma i video di tre musicisti grandissimi, fra i musicisti italoamericani più bravi del XX secolo.


  I don't say this to be dramatic.  I'm not "feeling sorry for myself."  But I say in all honesty, in all sincerity, that as a musician, since my teens, I have felt alien to the world in which I live.  The musical aspirations of the 20th century were always foreign, and strange, to me.  No one would imagine eating food that didn't taste good.  Why then make music that doesn't sound good?  Why the interpretations that are faithful to a scientific theory but unfaithful to the human heart?

This alien feeling, the feeling of being in exile, remains.  Perhaps it will always remain.  But I want to talk to you about three Italian-American musicians whose incredible musicality has consoled me in this terrestrial existence.  Their music has improved the quality of my life.

The violinist Arturo Delmoni plays with all of the musicality and heart of the 19th century.  Our collaborations, and our friendship, are one of the greatest honors of my life.  Imagine the honor of composing music for him, which he then performed in public!  He, and his violin, are one of the greatest gifts of my life.

In 1989, when I was 18, a video came out of Aïda with Aprile Millo in the title role. The tenor protagonist was Placido Domingo; but he made little impression on me.  Aprile Millo!  When she sings the music of Verdi, you remain transported back to the olden days.  To listen to a great singer is a pleasure.  To listen to Aprile Millo is an honor.

In the unforgettable 1958 film, South Pacific, the songs, including "Some enchanted evening," were sung not by Rossano Brazzi, not by Ezio Pinza, but by Giorgio Tozzi.  One year later, he recorded Turandot, with an all-star cast (Nilsson, Tebaldi, Bjoerling, and Leinsdorf on the podium), a recording that I knew well in my teens.  I never imagined that, one day, I would have the privilege of talking to him on the telephone.  We spoke many times.  He was one of the kindest and most generous people that I ever knew.  We talked very little about South Pacific.  But we talked very much about Beniamino Gigli, with whom he sang in the 50s.  Imagine the stories that Tozzi could tell!

You would do better to listen not to my words, but to the videos of these very great musicians, among the finest Italian-American musicians of the 20th century.






Foto della Settimana / Photo of the Week

“Monte Etna (3 dicembre 2015)”

fonte/source: Barcroft (metro.co.uk)

venerdì 4 dicembre 2015

Tosti XVIII

Tristemente (tragicamente), i dì vengono che il nome di Francesco Paolo Tosti sarà sconosciuto – sconosciuto come la lampada a petrolio, come l’orologio che si carica con la chiave. Anche in Italia. Specialmente in Italia.

Ma quando io ero ventenne, molti cantanti conoscevano il nome di Tosti. E invariabilmente, la canzone preferita di ognuno era Ideale. Di ognuno. Nessuno ha mai nominato un’altra canzone.

Già in queste pagine ho postato l’interpretazione di Jussi Björling. Adesso offro quella di Beniamino Gigli.

Il video è rimarchevole sia per il canto di questo tenore di 61 anni (!) che per la miriade di foto fornite dal sig. Pierluca Trucchia (presidente dell’Associazione Beniamino Gigli di Recanati). Quest’interpretazione è anche più preziosa, considerando che Gigli non abbia mai inciso questa canzone in studio.
  Sadly (tragically), the days are coming when the name of Francesco Paolo Tosti will be unknown – unknown like kerosene lamps, like clocks that you wind up with a key.  Even in Italy.  Especially in Italy.

But when I was in my 20s, many singers knew the name of Tosti.  And invariably, everyone's favorite song was Ideale.  Everyone's.  No one ever named another song.

Already in these pages I have posted Jussi Bjoerling's interpretation of this song. Now I offer Beniamino Gigli's version.

The video is remarkable both for the singing of this 61-year-old (!) tenor, and for the myriad of photos provided by Mr. Pierluca Trucchia (president of the Beniamino Gigli Association of Recanati).  This performance is even more precious, taking into consideration the fact that Gigli never recorded this song in the studio.




IDEALE
parole di Carmelo Errico (1848-1892)
Io ti seguii com’iride di pace
Lungo le vie del cielo;
Io ti seguii come un’amica face
De la notte nel velo.
E ti senti ne la luce, ne l’aria,
Nel profumo dei fiori;
E fu piena la stanza solitaria di te,
dei tuoi splendori.
In te rapito,
al suon de la tua voce
Lungamente sognai,
E de la terra ogni affanno, ogni croce
In quel giorno scordai.
Torna, caro ideal,
torna un istante
A sorridermi ancora,
E a me risplender nel tuo sembiante
Una novell’aurora.
... una novell’aurora.
Torna, caro ideal, torna, torna!
   I followed you like a rainbow of peace
A long way across the sky;
I followed you like a friendly face
of the night under a veil.
And you feel it in the light, in the air,
In the scent of the flowers;
And the solitary room was full of you,
of your splendors.
Captivated by you,
by the sound of your voice
A long time I dreamed,
and all the worry of the earth, every cross
In that day is forgotten.
Return, beloved ideal,
Return for an instant.
Give me a smile again,
and to me the sparkle of your countenance
will be a new dawn.
... a new dawn.
Return, beloved ideal, return, return!