“Hæc iuga quam Nysæ colles plus Bacchus amavit.” |
Non tutti gli italoamericani s’interessano di ricongiungersi con le loro radici italiane. Molti rimangono contentissimi con “Il Padrino” e Frank Sinatra e gli spaghetti con i polpetti e il jug wine.
Ma cos’è il “jug wine,” e come lo si descrive a qualcuno che abita in una regione vinicola? E tutta l’Italia è una regione vinicola. In America, abbiamo vino che si vende in bottiglioni da quattro litri, con imboccature twist off di metallo. Questo liquido economico ma ripugnante ha un sapore che sarebbe sconosciuto agli italiani. Una delle più notevoli differenze fra le nostre due nazioni è che, in America, quando andate in una pizzeria o un ristorante e chiedete il “vino di casa,” ricevete il jug wine sopra descritto. In Italia, ricevete invece il vino di quel paese – vino fresco, vino delizioso, vino locale, che si abbina perfettamente con gli ingredienti freschi, deliziosi, e locali nel vostro piatto. I vini napoletani sono poco conosciuti in America. Abbiamo vini toscani in profusione. Di quelli esportati qua in America (non parlo dei vini locali bevuti in Toscana), sono costosissimi e sovravvalutati, e non si abbinano bene con la cucina meridionale. Fui determinato ad assaggiare qualcosa dalla regione vesuviana. L’enoteca locale aveva solo una bottiglia vesuviana: una Falanghina dello stimato viticoltore irpino, Feudi di San Gregorio. Mi stupì il gusto di questo meraviglioso vino – secco di carattere, ma con il sapore fruttato di un vino dolce. Certi storici credono che la Falanghina discenda dal famoso vinum Falernum dell’epoca romana. Immediatamente volli assaggiare i rossi dei Feudi di San Gregorio. E non c’era alcun dubbio su quale volessi assaggiare per primo. Il vino menzionato da Dumas, da Voltaire, da Marlowe, da Hawthorne, e dal principe in “Tre Soldi nella Fontana.” Lacryma Christi. Cercai in diversi negozi, e non riuscii a trovare il Lacryma Christi dei Feudi. Ma non potei permettermi di ordinarne una cassa. (In America, i vini dei Feudi costano $18 alla bottiglia.) Supplicai alcuni amici di essere partner con me nell’acquisto di una cassa. Facemmo l’ordinazione. Ne presi una bottiglia. L’aprii. Versai il vino nel bicchiere. E solo in quell’istante, vidi che il vino era bianco. Feudi utilizza bottiglie scure per tutti i loro vini, siano bianchi che rossi. Niente sulla scatola o bottiglia indicava un vino bianco. Non che il vino non fosse magnifico. E poi, ormai la bottiglia era aperta; mica potevo mandarla indietro ... Spiegai la situazione ai miei partner. E il negozio fu così gentile da sostituire la cassa. L’18 luglio 2012 fu un giorno storico: la prima volta in vita mia che assaggiai Lacryma Christi del Vesuvio! Fu questo il sapore che mi ricordai dalla regione vesuviana. L’unico problema fu questo: dovei preparare qualcosa con cui mangiare, per tema che il vino non mi superasse completamente! In gran fretta, presi gli ingredienti. Avevo una zucchina estiva gialla da una fattoria locale. Avevo una soppressata piccante (250 gr), della ditta Beretta. Velocemente, riempii il robot da cucina della zucchina, della soppressata, 800 gr di pomodori pelati sammarzano, 1 piccola cipolla, e 2 spicchi d’aglio. Con una spatola di gomma, trasferii questa celestiale miscela nella padella, che era già calda e unta. La feci cuocere per una quindicina di minuti; con un mestolo, aggiunsi dell’acqua di cottura alla padella, quanto necessario. Alla fine, aggiunsi del basilico dal giardino. La zucchina e la soppressata fecero un contrasto quasi magico. La zucchina fu dolce e leggera; la soppressata fu piccante e, ovviamente, carnosa. Il sapore e la consistenza furono fenomenali, tutti e due! Questa ricetta improvvisata (a cui diedi come nome “Spaghetti Chiaroscuro”) fu un gran successo. E con il vino ... (N.B.: In base al contenuto di grasso della soppressata, l’aggiunta di olio potrebbe non essere necessaria.) Qualche giorno dopo, ho letto di più riguardo Feudi e del suo fondatore, Enzo Ercolino. Il dott. Ercolino era tanto filosofo quanto viticoltore. Oggi l’azienda è sotto la direzione di Francesco Domini. Non si può dubitare che Feudi di San Gregorio sia fra i vinificatori più grandi di Avellino, e magari della regione intera della Campania. |
Not all
Italian-Americans are interested in connecting with their Italian roots. Many are perfectly happy with “The
Godfather” and Frank
Sinatra and spaghetti and meatballs and jug wine.
But what is “jug wine,” and how do I describe it to someone who lives in a wine region? And all of Italy is a wine region. In America, we have wine that is sold in large, four-litre glass bottles, with metal twist-off caps. This inexpensive but repulsive liquid has a taste that would be unfamiliar to an Italian. One of the most striking culinary differences between our two nations is that, in America, when you go to a pizzeria or restaurant and ask for the “house wine,” you get the above-described jug wine. In Italy, you instead get the wine from that town – fresh wine, delicious wine, local wine that pairs perfects with the fresh, delicious local ingredients on your plate. Neapolitan wines are not very well-known in America. We have Tuscan wines in profusion. (I'm not talking about the local wines that are drunk in Tuscany – only the bottled wines that are exported here.) They are overpriced and overrated, and they go badly with Southern Italian cuisine. I was determined to try something from the Vesuvius region. The local wine shop had only one Vesuvian bottle: a Falaghina by the esteemed wine producer from Avellino, Feudi di San Gregorio. I was stunned by the taste of this wonderful wine – dry in character, but with the fruity flavor of a sweet wine. Certain historians think that Falanghina was descended from the famous Falernian wine (vinum Falernum) of the Roman era. I immediately wanted to try Feudi di San Gregorio’s red wines. And there was no doubt which one I wanted to try first. The wine mentioned by Dumas, by Voltaire, by Marlowe, by Hawthorne, and by the prince in “Three Coins in the Fountain.” Lacryma Christi, the tears of Christ. I searched several stores and could not find Feudi Lacryma Christi. But I could not afford to order a case. (In America, Feudi’s wines cost $18 a bottle.) I begged several friends to be partners with me in the acquisition of a case. We ordered it. I took a bottle. I opened it. I poured it into my glass. And only at that moment did I see that the wine was white. Feudi uses dark bottles for all of their wines, white or red. Nothing on the box or bottle had indicated a white wine. Not that the wine wasn’t magnificent. I mean, the bottle was open; I couldn’t send it back ... I explained the situation to my partners. And the wine store was gracious enough to replace the case. The 18th of July, 2012, was a historic day: the first time in my life that I tasted Lacryma Christi del Vesuvio! This was the flavor that I remembered from the region of Mt. Vesuvius. Problem was: I had to make something to eat with it, lest the wine overtake me completely! With this powerful wine, the sauce had to be red and meaty. But I had nothing prepared. The water was boiling. And as the saying goes, “The pasta never waits for the sauce.” The squash with the soppressata was an almost magical contrast. The squash was sweet and light; the soppressata was piccante and, of course, meaty. Both the taste and the texture were phenomenal! This improvised recipe (which I have named “Spaghetti Chiaroscuro”) was a great success. And with the wine ... (Note: Depending on the fat content of the soppressata, the addition of oil might not be necessary.) Several days later, I read more about Feudi and its founder, Enzo Ercolino. Dr. Ercolino was as much a philosopher as he was a wine maker. Today the firm is under the direction of Francesco Domini. There can be no question that Feudi di San Gregorio is one of the finest wine producers in Avellino, and perhaps in the entire region of Campania. |
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