sabato 16 febbraio 2013

La Storia dell'America (1920)


Stamattina, mentre organizzavo una mia libreria, ho trovato questo volume, quintessenzialmente italoamericano — bilingue, infatti. The Story of America / La Storia dell’America di Alberto Pecorini si pubblicò qua a Boston nell’anno 1920.  Italiano a sinistra, inglese a destra.  Con grandissimo piacere, ve ne offro un brano scelto.

SCOPERTA ED ESPLORAZIONE DEL CONTINENTE AMERICANO

QUANDO i turchi, nel 1453, conquistarono la città di Costantinopoli e divennero i dominatori del mare Mediterraneo orientale, la decadenza delle repubbliche marinare italiane cominciò: Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, le quali, durante il medio evo, erano diventate ricchissime nei commerci di oriente.

Le nazioni dell’Europa occidentale, la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, e il Portogallo, che avevano porti sull’oceano Atlantico, cominciarono a considerare la possibilità di esplorare questo vasto oceano, che allora era interamente sconosciuto al di là delle isole Canarie al sud, e dell’Islanda al nord.

Era opinione di alcuni dei più arditi navigatori di quel tempo che, andando sempre verso occidente, si potessero raggiungere le coste orientali dell’Asia, già visitate un secolo prima dal navigatore veneziano Marco Polo, e che, in tal maniera, fosse possibile riattivare il commercio fra l’Europa e l’Asia, che era stato interrotto dalle conquiste dei turchi.

Di questi navigatori il più tenace fu Cristoforo Colombo, genovese, il quale, dopo avere invano cercato di ottenere delle navi in patria e aver peregrinato di corte in corte nei principali paesi d’Europa, ostacolato e deriso da molti scienziati di quel tempo, riusciva finalmente a persuadere la regina Isabella di Spagna a confidargli tre caravelle, con le quali salpò dal porto spagnuolo di Palos, con centoventi uomini di equipaggio e provviste per un anno, il 3 agosto 1492.

Dopo dieci settimane di navigazione verso occidente, la notte del 12 ottobre 1492, Colombo, dal ponte della caravella Santa Maria, che egli comandava, vide un fuoco, e la mattina seguente all’alba la terra finalmente apparve. Era un’isola e Colombo le pose nome San Salvador, prendendone possesso in nome del re di Spagna. Visitate in seguito le coste di Cuba e di Haiti, Colombo ritorno in Europa dove fu colmato di onori.

Egli fece quattro viaggi per il re di Spagna, ma assalito da ogni parte dall’invidia di cortigiani e di avventurieri, mori povero e quasi dimenticato, senza aver saputo quale enorme influenza sui destini dell’umanità era destinata ad avere la sua scoperta.

I sovrani di Europa cominciarono immediatamente ad armare navi e mandar uomini per prendere possessione delle nuove terre dell’occidente, che si erano credute molto ricche di oro e di pietre preziose, e da questa rivalità derivarono le prime esplorazioni del continente americano. Il navigatore toscano Americo Vespucci, ai servizi dei re di Portogallo e di Spagna, scoperse ed esplorò, un’anno dopo Colombo, la costa del continente sud-americano e specialmente del Brasile, ed è da Americo che deriva il nome di America. Il navigatore veneto Giovanni Caboto, ai servizi del re d’Inghilterra, fu il primo ad esplorare fin dal 1498 la costa dell’America del nord da Labrador fino alla regione della Nuova Inghilterra. Il navigatore florentino Giovanni da Verrazzano, agli ordini del re di Francia, esploro nel 1524 la costa del Canadà e si spinse verso il sud sino alla bai a di New York.

Queste scoperte ed esplorazioni non servirono pero ad altro scopo che a stabilire i diritti di dominio dei vari sovrani di Europa sulle nuove terre. Nessuno pensava allora che la vera ricchezza del continente americano si dovesse ricavare dalla lavorazione della terra e dalla colonizzazione; i capitani e gli avventurieri venivano con le armi a cercare oro e argento, e specialmente le conquiste spagnuole nell’America del sud furono compiute con questo scopo.

LA COLONIZZAZIONE INGLESE NELL‘AMERICA DEL NORD

Più di un secolo passò dal primo viaggio di esplorazione di Giovanni Caboto prima che il governo inglese facesse qualsiasi tentativo di colonizzazione nell’America del nord. Finalmente nel 1606 il re d’Inghilterra Giacomo I autorizzo la formazione di due compagnie per la colonizzazione in America. Queste due compagnie si chiamarono la compagnia di Londra e la compagnia di Plymouth. La prima doveva colonizzare i territori dalla foce del flume Potomac fino alla Florida, e la seconda i territori dalla foce del fiume Hudson fino al Canada.

Questi confini furono cambiati successivamente da differenti leggi, pero i dominii inglesi coprivano la costa dalle colonie del sud fino alle colonie francesi del nord (Canadà).

Il territorio assegnato alla compagnia di Londra fu chiamato Virginia, in omaggio alla memoria della vergine Elisabetta, regina d’Inghilterra, e fu convenuto che gli emigranti coloni, che ivi si recassero, sarebbero stati considerati cittadini inglesi residenti in America ed avrebbero, quindi, goduto tutti i diritti che possedevano nella madre patria.

Il capodanno del 1607 i primi centocinque coloni diretti alla Virginia, partirono da Londra sotto la guida del capitano Giovanni Smith ed arrivati a destinazione si stabilirono sulla costa del flume James, dove fondarono la città di Jamestown, la prima città fondata dagli inglesi nel territorio che oggi è chiamato Stati Uniti.

Disgraziatamente questi coloni non erano agricoltori; essi erano venuti in America per far presto fortuna e ritornare in Inghilterra. Trovandosi senza cibo, dovettero dipendere dall’aiuto degli indiani, che, grazia all’abilità del capitano Smith, non distrussero la nuova colonia. I primi coloni di Jamestown furono in pochi anni raggiunti da molti altri e, quando si scoperse che il suolo della Virginia era molto bene adatto alla coltivazione del tabacco, che cominciava già ad essere molto ricercato in Europa, l’avvenire della colonia si considero assicurato. Dopo il 1616 la coltivazione del tabacco costitui la fonte principale di ricchezza dei coloni.

Divenne allora comune per molti piccoli nobili inglesi domandare ed ottenere la concessione di terre nella Virginia e trapiantarsi nel nuovo paese. Per lo più essi fondavano la loro azienda sulle rive di qualche flume, dove le navi potevano venire direttamente dall’Inghilterra a caricare tabacco ed altri prodotti coloniali e sbarcare le merci manifatturate di cui i coloni avevano bisogno. Le aziende erano assai vaste e distanti l’una dall’altra.

L’inaspettato successo agricolo dei coloni della Virginia fece loro sentire acuto il bisogno di mano d’opera a buon mercato. I lavoratori che arrivavano dall’Inghilterra non erano sufficienti, ed oltre a ciò, quelli che immigravano nella Virginia come lavoratori, trovavano ben presto la maniera di diventare essi stessi proprietari di qualche terra ed avcvano alla lor volta bisogno di lavoranti. Cosi avvennc che nel 1619 fu sbarcato sulle coste della Virginia il primo carico di schiavi negri. Questi venivano comprati sulle coste della Guinea ad un prezzo che equivarrebbe oggi [1920] a poco più di un dollaro, ed i coloni della Virginia li pagavano ai negrieri allo stesso prezzo che allora si pagava per un buon cavallo.

In questo modo si ando formando in tutto il territorio della compagnia coloniale di Londra un popolo nuovo, libero, avventuroso, che a poco a poco si fece anche ricco ed il cui maggiore inconveniente era l’esistenza nel suo seno della istituzione della schiavitù, la quale, a causa del bisogno acuto che si sentiva della mano d’opera, venne sanzionata dalle leggi e protetta.

Nel frattempo la compagnia coloniale di Plymouth cercava anch’essa la maniera di popolare il territorio affidatole. Nel 1620 le si offerse l’opportunità di stabilire in quel territorio una prima colonia di emigranti inglesi, chiamati Pellegrini, una setta religiosa inglese. Questa setta si era costituita, durante il regno di Giacomo I, dichiarando la sua indipendenza dalla chiesa ufficiale d’Inghilterra, sostenendo il principio che il governo ecclesiastico non doveva venir monopolizzato dalla gerarchia, ma doveva dipendere dalla volontà del popolo, espressa liberamente e democraticamente a mezzo di libere assemblee. A causa di queste dottrine i Pellegrini erano stati costretti ad abbandonare l’Inghilterra e rifugiarsi in Olanda nel 1608, e colà fu loro permesso di praticarc liberamente il loro culto.

Però ai Pellegrini esiliati dispiaceva di rimanere fra stranieri, e per questo fecero la proposta di emigrare in America e fondare una colonia sotto la sovranità del re d’Inghilterra, ma nella quale il governo della chiesa, come quello civile, sarebbe stato amministrato liberamente secondo le loro idee. Cosi avvenne che essi lasciarono l’Olanda nel luglio 1620 e si recarono a Plymouth in Inghilterra, dal qual porto partirono a bordo del legno Mayflower per l’America, giungendo alla fine di novembre sulla costa del Capo Cod, nell’attuale stato di Massachusetts.

Non trovando la spiaggia abbastanza protetta contro i venti, essi attraversarono la baia, ed il 21 dicembre 1620 definitivamente sbarcavano sulla spiaggia dove ora sorge la città di Plymouth. Prima di sbarcare essi si radunarono e firmarono un patto dichiarando di sottomettersi alle leggi che venissero approvate dalla maggioranza nella assemblea degli uomini liberi, i quali dovevano essere membri della chiesa. In detta assemblea si sarebbero discussi ed approvati, in accordo coi principii della più perfetta democrazia, tutti i provvedimenti necessari per l’ordine pubblico e per il pacifico sviluppo della colonia.

I Pellegrini erano assai più poveri dei coloni inglesi, che sbarcarono nella Virginia, ma intellettualmente e moralmente erano assai superiori a quelli, e nella storia degli Stati Uniti l’influenza loro è stata sentita molto più profondamente di quella di qualsiasi altro elemento immigrato. Non essendo venuti per diventar presto ricchi e ritornare in madre patria, ma per fondare qui in America una nuova società libera e ben governata, essi si diedero subito e con buona volontà al lavoro, e favoriti dalla circostanza che i loro capi, invece di essere degli avventurieri, erano degli uomini saggi e devoti al pubblico bene, continuamente svilupparono la loro organizzazione.

Il primo inverno della nuova colonia fu assai duro; quasi una metà dei Pellegrini morirono e fra essi il primo governatore John Carver. Per proteggersi da possibili attacchi da parte degli indiani, gli uomini organizzarono una milizia; però gli indiani non si dimostrarono nemici ai nuovi coloni, anzi, nella primavera del 1621, il governatore Bradford, eletto a succedere a Carver, firmo col capo degli indiani di quella regione, chiamato Massassoit, un trattato di pace e di amicizia, che duro mezzo secolo.

I Pellegrini furono ben presto seguiti da altri immigranti inglesi, che apartenevano ad una setta chiamata Puritani, anch’essi opposti al governo ed alla dottrina della Chiesa d’Inghilterra. Più di mille di questi immigrant arrivarono, con cavalli, bovini ed attrezzi agricoli di ogni genere. Il primo gruppo si stabiliva a Salem sotto il governo di Endicott, nel 1628, ed il secondo gruppo arrivava sotto la guida di John Winthrop e nel 1630 fondava la città di Boston.

Col tempo i Pellegrini ed i Puritani si fusero nelle varie comunità, sotto la stessa forma di governo democratico. Nel centro di ogni villaggio vi era la sala delle assemblee cittadine, che serviva anche da chiesa; intorno avessa sorgevano le case dei coloni ed in appresso anche la scuola. La rigidezza del clima contribuiva a rendere più unita la vita dei coloni del nord, come la dolcezza del clima della Virginia aveva contribuito a spargere su molto maggiori estensioni i coloni del sud. All’assemblea dei cittadini erano ammessi da principio soltanto coloro che erano membri di una chiesa; poi col tempo, aumentato il numero dei coloni, non fu più possibile radunarli tutti allo stesso tempo e nacque in tal modo il governo rappresentativo, secondo il quale ciascuna comunità eleggeva i suoi rappresentanti, e tutti i coloni poterono esercitare la loro influenza sulla vita pubblica mediante il voto, indipendentemente dalle loro affigliazioni o relazioni ecclesiastiche. Così, dopo avere affermato il principio della democrazia, i coloni affermarono anche il principio della più assoluta liberta di religione, sebbene non fu messo in prattica in riguardo dei Quaqueri ed altre sette religiose.

Nel 1635 altri tremila immigranti arrivarono dall’Inghilterra e, non essendoci sufficienti terre nel Massachusetts, un certo numero di essi si recarono a stabilirsi nella fertile valle del fiume Connecticut dove fondarono le tre città di Hartford, Wethersfield e Windsor. Nel 1639 queste tre città si unirono sotto un solo governo ed adottarono un patto o costituzione, che si può considerare come uno dei primi esemplari scritti della costituzione di un governo democratico. [Uno fu concesso dalla London Company alla Virginia nel 1621, un altro fu il patto stabilito dai pellegrini sul Mayflower.]

Si andarono cosi sviluppando le nuove colonie inglesi nel territorio che ora chiamasi la Nuova Inghilterra, fra i francesi, che si erano stabiliti nel Canada nel 1608, e gli olandesi, che si erano stabiliti lungo le rive del fiume Hudson nel 1623. Per timore di essere danneggiati da questi due rivali dell’Inghilterra, gl’immigranti inglesi decisero di unire le varie colonie in una specie di confederazione di difesa e nel 1643 i loro rappresentanti si riunirono a Boston e firmarono un patto di confederazione, che si puo considerare come il primo passo verso l’unione americana.

Il clima e la configurazione geografica della Nuova Inghilterra non favoriva tanto l’agricultura come l’industria. L’abbondanza della forza idraulica e del legname contribui molto a svilupparla. Anche la pesca era molto remunerativa ed il commercio si sviluppò ben presto sia con le colonie costiere, sia con la madre patria.

Quando le colonie inglesi, tanto al nord quanto al sud, cominciavano già a prosperare, un nuovo elemento immigratorio giunse dall’Inghilterra e si stabili nella parte centrale del littorale atlantico. Questi nuovi immigranti si chiamavano Quaqueri ed erano una setta religiosa sorta in Inghilterra ed aspramente perseguitata per le sue strane idee di eguaglianza. I Quaqueri erano pero gente rigidamente onesta e laboriosa; eredevano che tutti gli uomini dovessero essere assolutamente eguali e che quindi non dovessero esistere titoli nobiliari; davano a tutti del tu quando parlavano; erano pacifisti fino al punto di rifiutar il pagamento delle tasse, se il denaro si fosse dovuto usare per far guerra; conducevano una vita pia e reputavano delitto prestare giuramento in corte o in qualsiasi altra circostanza. Nella loro vita privata si regolavano secondo i precetti della Bibbia, che essi interpretavano in modo piuttosto letterale e primitivo.

Sotto il regno di Carlo II William Penn, il minore dei figli di un ammiraglio inglese assai stimato alla corte d’Inghilterra, si converti alle dottrine di questa setta. A richiesta di Penn, il re acconsenti a cedergli, in luogo di una certa somma dovutagli dal governo, una vasta estensione di territorio in America, ad ovest del fiume Delaware, affinchè egli vi fondasse una colonia di Quaqueri. William Penn accettò l’offerta e la colonia fu fondata nel territorio che prese il nome di Pennsylvania, nell’anno 1682, e, nell’anno seguente, fu fondata la città di Philadelphia. Sulle rive orientali del fiume Delaware vi era una fiorente colonia composta di Svedesi, Guelci e Inglesi, che era assegnata qualche volta a New York e qualche volta alla Pennsylvania e che fu conosciuta più tardi col nome di New Jersey.

Quantunque Penn, quale proprietario della colonia, nominò un governatore ed ebbe una certa influenza sulle leggi che la reggevano, pure fin dal principio fu stabilita una forma di governo democratico ed in generale tutti i provvedimenti pubblici erano discussi ed approvati dai rappresentanti eletti dal popolo. Le tendenze pacifiche e laboriose dei Quaqueri contribuirono a mantenere ottime le relazioni con gli indiani e ben presto affluirono alla Pennsylvania coloni dalla Svezia, dal paese di Galles, dalla Germania e dall’Olanda. La fertilità del suolo e la favorevolissima posizione geografica aiutarono straordinariamente lo sviluppo della Pennsylvania e particolarmente quello di Philadelphia, che divenne ben presto una delle maggiori città dell’America.

Al sud della Pennsylvania, ad est del fiume Potomac e in ambo le spiagge della baia di Chesapeake, già fioriva la colonia del Maryland. Questa era stata fondata nel 1634 da lord Baltimore, un eminente cattolico inglese, il quale per trovare un rifugio ai cattolici, che erano perseguitati in Inghilterra dopo la riforma protestante, ottenne dal re Carlo I il permesso di popolare con coloni cattolici il territorio intorno alla Baia di Chesapeake. I diritti accordati dal re a lord Baltimore, come proprietario della nuova colonia, erano assai importanti. Egli aveva perfino il diritto di coniar moneta ed era stabilito che i coloni non potessero essere tassati in nessuna maniera senza il consenso dei loro rappresentanti. Fin dal principio la liberta religiosa per qualsiasi setta regno nella colonia del Maryland.

Già nei primi anni del secolo XVII, l’Olanda, che era allora una grande nazione commerciale e la maggior rivale dell’Inghilterra sui mari, aveva mandato il navigatore Henry Hudson ad esplorare per suo conto la costa americana e cercare di .trovare una via marittima occidentale verso l’Asia. Hudson sali il corso del fiume, che ora porta il suo nome, fino al punto dove ora si trova la città di Albany dove egli costrui un forte e vi stabilì un posto commerciale in connessione con gli indiani, che lui trattò bene.

Nel 1623 una compagnia, fondatasi in Olanda per il commercio con le Indie occidentali, mando in America i primi suoi coloni. Alcuni di questi si stabilirono lungo il fiume Delaware, altri alla foce del Hudson, altri in Long Island ed altri sull’isola di Manhattan.

Nel 1626 Peter Minuit, governatore di queste piccole colonie, che il governo olandese aveva chiamate Nuova Olanda, compro dagli indiani, per merci del valore di circa ventiquattro dollari, il territorio dell’isola di Manhattan e fondo la città di Nuova Amsterdam, ora New York.

Gli olandesi non avevano però nè l’intenzione, nè la possibilità di popolare i territori da loro occupati. La loro occupazione era di carattere temporaneo e serviva principalmente per il commercio dellc pelliccie e di altri prodotti con gli indiani.

Dopo trentotto anni di vita, nel 1664, Nuova Amsterdam era ancora un piccolo villaggio, abitato in massima parte da olandesi interessati nel traffico con gli indiani dell’interno. In quell’anno il re Carlo II d’Inghilterra, mentre regnava assoluta pace fra l’Inghilterra e l’Olanda, mando una flotta ed occupò Nuova Amsterdam, accampando il diritto derivatogli dalle esplorazioni di Giovanni Caboto. Il territorio della Nuova Olanda venne dal re dato a suo fratello il duca di York e si chiamo New York, nome che fu anche assunto dalla cittadina olandese, che era destinata a divenire la maggiore città del continente americano.

Il territorio che formava gli stati della Carolina del Nord, della Carolina del Sud e della Georgia apparteneva agli inglesi. Gli scozzesi ed i protestanti irlandesi colonizzarono il primo stato, mentre in Georgia e nella Carolina del Sud vennero a stabilirsi in gran numero, molti ugonotti (protestanti francesi), che furono costretti ad emigrare a causa delle persecuzioni alle quali furono sottoposti durante e dopo la revocazione dell’Editto di Nantes, nel 1685.

Le tredici colonie inglesi allora, erano le seguenti: MASSACHUSETTS, NEW HAMPSHIRE, RHODE ISLAND, CONNECTICUT, NEW YORK, NEW JERSEY, DELAWARE, PENNSYLVANIA, MARYLAND, VIRGINIA, CAROLINA DEL NORD, CAROLINA DEL SUD e GEORGIA. Il territorio che più tardi fu chiamato Maine apparteneva al Massachusetts ed il Vermont era diviso fra le colonie del New York e del New Hampshire.

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