lunedì 23 ottobre 2023

sabato 21 ottobre 2023

Melanzane alla mediorientale / Mideast-style Eggplant

Se si considera la breve distanza tra la Sicilia e la Tunisia – soli 185,2 km, in linea d’aria – non sorprende che molte ricette arabe siano “cugine strette” della cucina siciliana.

Si può servire come contorno freddo, come la caponata. Comunque mi piace mangiarlo caldo. È così saporito e soddisfacente che, a volte, lo mangio come piatto principale e non voglio mangiare nient'altro! Ecco quanto adoro questo piatto!

INGREDIENTI
  • Una grande melanzana nera (o diverse melanzane viola), a fette grosse
  • Quattro spicchi d'aglio, dimezzati
  • Un grosso peperone rosso, a fette
  • 1600 gr (due lattine) di pomodori italiani, strappati a mano
  • 1 tazza (250 ml) vino rosso
  • olio extravergine d’oliva
  • Mix di spezie Shawarma (Il mix che ho usato io conteneva cannella, coriandolo e cardamomo. Altri possono contenere anche zenzero, maggiorana, paprika e così via.)
  • Sale marino
PREPARAZIONE
In una grande padella di ghisa, in lotti, fate rosolare le melanzane, i peperoni e l’aglio nell’olio a fuoco piuttosto alto. Quando saranno dorati all’esterno, ma ancora un po’ crudi all’interno, trasferiteli su un piatto. Sfumate la padella con il vino e il liquido dei pomodori. Aggiungete i pomodori strappati e le spezie. Portate ad ebollizione. Tornate le melanzane, i peperoni e l’aglio alla padella. Fate cuocere a fuoco medio-basso per una mezz’ora o fino a quando le melanzane e i peperoni saranno morbidi ma non disintegrati.
   When you consider the short distance between Sicily and Tunisia – only 100 nautical miles, as the crow flies – it is not surprising that many Arab recipes are “close cousins” to Sicilian cuisine.

This can be eaten like a cold side dish, like caponata. However, I like to eat this warm. It is so flavorful and satisfying that, sometimes, I eat it as a main course and don't want to eat anything else! That is how much I adore this dish!

INGREDIENTS
  • One large black eggplant (or several purple eggplants), thickly sliced
  • Four garlic cloves, halved
  • One large red bell pepper, sliced
  • 1600 gr (two cans) Italian tomatoes, broken up by hand
  • 1 C (250 ml) red wine
  • extra-virgin olive oil
  • Shawarma spice mix (The mix that I used contained cinnamon, coriander, and cardamom. Others may also contain ginger, marjoran, paprika, and so forth.)
  • Sea salt
PREPARATION
In a large cast-iron skillet, in batches, brown the eggplant, peppers, and garlic in oil on rather high heat. When brown on the outside, but still a little raw on the inside, transfer to a platter. Deglaze the pan with wine and the liquid from the tomatoes. Add the broken-up tomatoes and the spices. Bring to a boil. Add the eggplant, peppers, and garlic back to the pan. Cook on medium-low for a half-hour or until the eggplant and peppers are soft but not disintegrated.

venerdì 1 settembre 2023

Cosce di pollo al forno: la ricetta perfetta / Chicken thighs in the oven: the perfect recipe

Carl Jutz Sr. (1838-1916)
Hühnerfamilie / Famiglia di polli / family of chickens)
Ecco la mia ricetta preferita per le cosce di pollo. Estremamente facile ed estremamente gustosa!

Ungete una larga teglia da forno. Disponete le cosce. Di sopra cospargete sale, pepe, erbe di Provenza e olio d’oliva. Tra le cosce mettete qualche spicchio intero d’aglio. (Una spruzzata di vino bianco o di succo di limone è facoltativa.) Ecco fatto! Quando le pelli diventano croccanti e iniziano a staccarsi dalla carne, il pollo è pronto! Ci vuole circa un’ora. La carne viene umida e perfetta ogni volta.

La parte migliore è lo schmalz sul fondo della teglia, che conservo sempre. Roba celeste!

Non mangio la pelle. Conservo tutte le pelli e gli ossi nel congelatore, per un brodo futuro.

A volte al posto dell’aglio metto le cipolle, squartate (o dimezzate se siano piccole), in mezzo alle cosce. Potrei anche aggiungere le patate dell’Idaho (a.k.a. le patate Russet), squartate. Nei grassi della teglia diventano gustosissime!

Quando uso le patate, a volte metto un po’ di burro su ciascuna coscia. Adoro il sapore del burro che tocca le patate. E la parte della patata che tocca la teglia prende quella bella crosticina, che il burro rende ancora più croccante! E naturalmente, il burro aggiunge qualcosa di delizioso ai grassi.

Se uso le patate, di solito NON aggiungo vino o succo di limone. Il liquido impedisce la suddetta crosticina.

Le cosce sono un po’ meno sane del seno. Ma questo non è affatto un pasto malsano!
   Here is my favorite chicken thigh recipe. Extremely easy and extremely tasty!

Grease a large baking sheet. Arrange the thighs, sprinkle salt, pepper, herbes de Provence and olive oil on top. Between the thighs put a few whole cloves of garlic. (A splash of white wine or lemon juice is optional.) That's it! When the skins get crispy and start to pull away from the meat, the chicken is ready! It takes about an hour. The meat comes out moist and perfect every time.

The best part is the schmalz in the bottom of the pan, which I always keep. Heavenly stuff!

I don't eat the skin. I keep all the skins and bones in the freezer, for future stock.

Sometimes instead of garlic I put onions, quartered (or halved if they are small), in between the thighs. I might also add Idaho potatoes (a.k.a. Russet potatoes), quartered. In the fat of the pan they become very tasty!

When I use potatoes, I sometimes put a little butter on each thigh. I love the taste of the butter touching the potatoes. And the part of the potato that touches the pan takes on that nice crust, which the butter makes even more crunchy! And of course, butter adds something delicious to the drippings.

If I use potatoes, I usually DO NOT add wine or lemon juice. The liquid prevents the aforementioned crust.

The thighs are a little less healthy than the breasts. But this is by no means an unhealthy meal!

Uno dei miei trucchi culinari preferiti / One of my favorite culinary tricks

Foto: Wikipedia
Molti anni fa alloggiai da due napoletani a Torino. La signora preparò la pasta (probabilmente orecchiette) con il broccolo romanesco. La ricetta era molto semplice: olio d’oliva, aglio e il broccolo, saltati in padella. Ma poi arrivò la magia. Nella padella prese uno schiacciapatate e ne schiacciò la METÀ del contenuto.

Il risultato? Si ha dei grossi pezzi del broccolo, ma si ha anche questo bel sughetto denso! Il modo migliore e più sano che si possa immaginare per preparare un sughetto. Quale sughetto conoscete che non contenga qualcosa di malsano, come farina, burro, panna, strutto, olio o una combinazione di questi? In questo caso il sughetto è la VERDURA!

Uno dei miei utensili da cucina più amati è il mio frullatore ad immersione portatile. È lo strumento assolutamente perfetto per questa procedura.

Oltre alle verdure crocifere, questo metodo è perfetto per ceci, piselli, lenticchie e probabilmente anche qualche altro a cui non ho ancora pensato.

Oggi ho usato questo metodo per fare i gemelli con i friarielli, qualche pezzetto di carne di maiale, aglio, olio e un po’ di brodo di pollo. Ricoperto di abbondante pecorino romano. Non ne ho scattato una foto perché è svanito troppo velocemente!

Quando sono di umore romano, preparo i bombolotti con pomodori, aglio e/o cipolla, broccolo normale, salsicce, vino bianco (non rosso) e una spruzzata di panna. Ne schiaccio metà e… tengo fame mo’!!!
   Many years ago, I was staying with two Neapolitan friends in Torino. The signora made pasta (probably orecchiette) with broccoflower (a.k.a. Romanesco broccoli). The recipe was very simple: olive oil, garlic, and the broccoflower, sautéed in the skillet. But then came the magic. In the skillet, she took a potato masher and smashed HALF of the contents.

The result? You got some big pieces of broccoflower, but also got this nice thick gravy! The best and healthiest imaginable way to make a gravy. What gravy do you know that doesn’t contain something unhealthy, like flour, butter, cream, lard, oil, or some combination thereof? In this case, the gravy is the VEGETABLE!

One of my most beloved kitchen tools is my handheld immersion blender. It is the absolute perfect tool for this procedure.

Besides cruciferous vegetables, this method is perfect for chickpeas, peas, lentils, and probably a few others that I haven’t thought of yet.

Today I used this method to make gemelli with broccoli rabe, a few pieces of pork, garlic, oil, and a little chicken stock. Topped with copious pecorino romano.  I did not take a photo, because it vanished too quickly!  

When I am in a Roman mood, I make bombolotti (like gigantic rigatoni, halved) with tomatoes, garlic and/or onion, broccoli, sausages, white wine (not red), and a splash of cream. I mash half of it, and … now I’m really hungry!!!

domenica 6 agosto 2023

Foto della settimana / Photo of the week

MARECHIARO
La famosa finestra! / The famous window!

  “Quanno spónta la luna a Marechiare, pure li pisce nce fanno a ll’ammore!”
“When the moon rises over Marechiaro, even the fish are making love!”


 Foto: Wikipedia


Primo piano / Close up

 

venerdì 21 luglio 2023

Pollo alla cacciatora / Chicken cacciatore


Presumo sempre che un piatto italiano famoso in America provenga dal sud Italia, non dal nord Italia. E questo è un presupposto sicuro. Tra i milioni di italiani che varcarono l’Atlantico negli anni di Ellis Island, c’erano pochissimi i veneziani e i fiorentini! Se il piatto contiene salsa di pomodoro, il presupposto è ancora più sicuro, perché come tutti sapete, le salse rosse sono rare nelle cucine settentrionali.

Oggi, invece, mi sono rimasto sorpreso apprendendo che il pollo alla cacciatora è originario della Toscana. Oggi quasi tutte le regioni d’Italia hanno la propria versione (o versioni) di pollo o coniglio “alla cacciatora.” Tuttavia la ricetta “originale” fu proprio toscana.

C’è voluto un po’ di ricerca per trovare una ricetta toscana “autentica,” perché anche in Toscana ce ne sono molte varianti. Sarebbe impossibile determinare quali versioni sono “più antiche” e quali sono “più nuovi.”

Comunque con gran piacere ho ritrovato questa ricetta di Sonia Peronaci. È nota in Italia come chef televisiva e blogger su Internet; è stata infatti lei a fondare GialloZafferano, il più famoso blog di cucina italiana su Internet. È nata a Milano. Sua madre era di origine altoatesina. Ma suo padre è nato a Catanzaro, e lei ha imparato a cucinare lavorando con lui nel loro ristorante. Infatti, come leggerete, la seguente ricetta è “autentica,” in quanto era la ricetta che lei e suo padre preparavano nel ristorante.

Gli americani potrebbero essere sorpresi di apprendere che in Italia la Cacciatora di solito non contiene peperoni e spesso non contiene nemmeno pomodori. Questa ricetta contiene davvero pomodori. E visto che ho già cosce di pollo, salsa di pomodoro e brodo di pollo in frigo, non vedo l’ora di studiare questa ricetta!

POLLO ALLA CACCIATORA

Le origini del pollo alla cacciatora risalgono alla Toscana, una bella terra dai sapori antichi e intensissimi. Ogni famiglia, però, lo preparara secondo una propria versione tramandata di generazione in generazione.

Personalmente, mi sono mantenuta sul pollo alla cacciatora classico, anzi il “mio” classico, rifacendomi alla ricetta che ha sempre fatto papà nel nostro ristorante: un importante soffritto di odori, pomodoro, qualche oliva per una nota di colore e una cottura lenta per intenerire la carne.

Ingredienti
Pollo intero (meglio se ruspante) 1.5 kg
Sedano 80 g
Cipolla 100 g
Carota 100 g
Salvia 3 foglie
Rosmarino 1 rametto
Alloro 2 foglie
Aglio 1 spicchio
Olio extravergine d’oliva 50 g
Olive nere denocciolate 80 g
Pomodori pelati (oppure passata di pomodoro) 400 g
Vino rosso (oppure bianco) 200 ml
Prezzemolo fresco 1 ciuffo
Peperoncino 1
Brodo vegetale q.b.
Sale q.b.

Procedimento
Inizia pulendo il pollo e tagliandolo a pezzi. Tienilo da parte.

Dedicati prima di tutto alla preparazione del soffritto: lava, monda e pela il sedano, la carota e la cipolla. Taglia delle striscioline di carote e riducile in piccoli dadini.

Con un coltellino rimuovi i filamenti del sedano, dalla base all’estremità, e riduci anch’esso a dadini. Fai la stessa cosa con la cipolla: tagliala a metà, affettala orizzontalmente e verticalmente per ricavare dei cubetti.

In un capiente tegame scalda l’olio extravergine di oliva quindi aggiungi sedano, carota e cipolla, lasciandoli appassire a fuoco lento per 10 minuti.

Nel frattempo prepara il trito di erbe: trita aglio, salvia e rosmarino, e aggiungi anche un piccolo pezzetto di peperoncino. Metti il trito nel tegame con il soffritto e aggiungi anche le foglie intere di alloro. Lascia insaporire per 10 minuti.

Disponi ora le parti del pollo nel tegame, in modo tale che non si sovrappongano una sull’altra. Lascia rosolare per 15 minuti rigirandole di tanto in tanto. Se necessario aggiungi del brodo vegetale o dell’acqua calda in modo da non far bruciare il fondo.

Una volta che le carni saranno sbianchite versa il vino rosso e lascialo sfumare completamente.

Aggiungi le olive nere denocciolate e i pomodori pelati. Aggiusta di sale e lascia cuocere il pollo per un’ora con il coperchio.

Se necessario, puoi aggiungere un mestolo di acqua calda o di brodo vegetale. A pochi minuti dalla fine della cottura, lava il prezzemolo fresco e asciugalo con un canovaccio. Trita il prezzemolo abbastanza finemente e distribuiscilo sulla carne. Dai una mescolata et voilà, il tuo pollo alla cacciatore è pronto!
   I always assume that an Italian dish that is famous in America came from Southern Italy, not Northern Italy. And this is a safe assumption. Among the millions of Italians who crossed the Atlantic during the Ellis Island years, there were very few Venetians and Florentines! If the dish contains tomato sauce, the assumption is even safer, because as you all know, red sauces are rare in Northern Italian cuisines.

Today, however, I was surprised to learn that Chicken cacciatore originated in Tuscany. Today, most every region in Italy has its own version (or versions) of chicken or rabbit alla cacciatora. However the “original” recipe was indeed Tuscan.

It took a bit of searching to find an “authentic” Tuscan recipe, because even in Tuscany there are many variations. It would be impossible to determine which versions are “older” and which are “newer.”

However, with great pleasure I found this recipe by Sonia Peronaci. She is well-known in Italy as a television chef and Internet blogger; in fact, it was she who founded GialloZafferano, the most famous Italian cooking blog on the Internet. She was born in Milan. Her mother was of South Tyrolean origin. But her father was born in Catanzaro, and she learned how to cook working with him in their restaurant. In fact, as you’ll read, the following recipe is “authentic,” in that it was the recipe that she and her father made in the restaurant.

Americans may be surprised to learn that in Italy, Cacciatore usually does not contain bell peppers, and often does not even contain tomatoes. This recipe does indeed contain tomatoes. And whereas I have both chicken thighs and tomato sauce in the fridge, I can’t wait to study this recipe!

POLLO ALLA CACCIATORA
Chicken cacciatore
English translation by Leonardo Ciampa

The origins of chicken cacciatore go back to Tuscany, a beautiful land with ancient and very intense flavors. Each family, however, will prepare it according to its own version handed down from generation to generation.

Personally, I stuck to the classic chicken cacciatore, or rather “my” classic, referring to the recipe that Dad always made in our restaurant: a wonderful sauté of herbs, tomato, a few olives for a touch of color, and slow cooking for tenderize the meat.

Ingredients
Whole chicken (preferably free-range) 1.5 kg
Celery 80 g
Onion 100 g
Carrot 100 g
Sage 3 leaves
Rosemary 1 sprig
Bayleaf 2 leaves
Garlic 1 clove
Extra virgin olive oil 50 g
Pitted black olives 80 g
Peeled tomatoes (or tomato puree) 400 g
Red wine (or white) 200 ml
Fresh parsley 1 sprig
Chili pepper 1
Vegetable broth to taste
Salt to taste.

Preparation
Start by cleaning the chicken and cutting it into pieces. Put it aside.

Meanwhile, start preparing the vegetables which are to be sautéed. Wash, clean and peel the celery, carrot and onion. Cut the carrot into strips and then into small cubes.

With a small knife, remove the filaments of the celery, from the base to the end, and also cut it into cubes. Do the same with the onion: cut it in half, slice it horizontally and vertically to obtain cubes.

In a large saucepan, heat the extra virgin olive oil then add the celery, carrot and onion, cooking over a low heat for 10 minutes until they start to wither.

In the meantime, prepare the chopped herbs: chop the garlic, sage and rosemary, and add a small piece of the chili pepper.  Add to the pan with the sautéed vegetables and add the whole bay leaves. Cook for 10 minutes.

Now arrange chicken pieces in the pan, so that they do not overlap each other. Brown for 15 minutes, turning them from time to time. If necessary, add vegetable broth or hot water so as not to burn the bottom.

Once the chicken is blanched, pour the red wine and let it evaporate completely.

Add the pitted black olives and peeled tomatoes. Season with salt and let the chicken cook for an hour with the lid on.

If necessary, you can add a ladleful of hot water or vegetable broth. A few minutes before the end of cooking, wash the fresh parsley and dry it with a cloth. Chop the parsley quite finely and spread it over the chicken. Give it a stir and voilà, your chicken cacciatore is ready!

domenica 25 giugno 2023

Foto della settimana / Photo of the week

SORRENTO
Vallone dei mulini / Valley of the mills
Foto: wikipedia
(Da Wikipedia:) Il Vallone dei Mulini è una valle della costiera sorrentina, ubicata a Sorrento: deve il suo nome alla presenza di un mulino utilizzato per la macinazione del grano.

Sorrento era originariamente attraversata da tre valli, unite tra loro in epoca romana; oltre al cosiddetto Vallone dei Mulini, che rappresentava il fulcro di questo sistema, era presente anche una valle che terminava a Marina Grande ed un’altra, coltivata ad alberi di agrumi, si inoltrava verso l’interno, sulle colline della città: queste ultime due valli sono in parte scomparse, ricolmate, per far spazio a strade ed edifici.

Il Vallone dei Mulini si è originato circa trentacinquemila anni fa, quando una violenta eruzione dei Campi Flegrei, ricoprì la zona che va da Punta Scutolo a Capo di Sorrento di detriti: le acque sorgive che formavano ruscelli dalla bassa portata, chiamati Casarlano e Sant’Antonino, che si incontrano poco prima dell’inizio della valle, scavarono una profonda e stretta gola, in cerca di uno sbocco verso il mare.

Nel XVI secolo la zona era di proprietà della famiglia Tasso, mentre in seguito passò sotto il controllo dei Correale: fu proprio uno dei membri di questa famiglia, Onofrio, che nel XVII secolo, fece costruire allo sbocco della valle un porto, in quella che è l’attuale Marina Piccola, ma che un tempo veniva chiamata Capo Cervo o Capo di Cerere, per la presenza di un antico tempio romano dedicato a Cerere e distrutto poi da due frane nel 1580 e nel 1604. Negli anni successivi, sul fondo della valle, venne costruito un mulino, che, sfruttando le acque del torrente, era utilizzato per la macinazione del grano da vendere poi ai sorrentini, una segheria, che trattava legno di ciliegio, ulivo e noce, utilizzato poi agli artigiani della zona, i quali ne ricavavano manufatti artigianali, ed un lavatoio pubblico: di questo complesso industriale sono ancora visibili i ruderi; i costoni della vallata furono inoltre, con molta probabilità, utilizzati come cave di tufo per reperire blocchi per la costruzione degli edifici a Sorrento e le grotte formatesi vennero riconvertite come pozzi per la raccolta dell’acqua. Il Vallone dei Mulini, pur essendo un lungo di vita popolare, fu comunque oggetto, in questo periodo, di opere pittoriche e riproduzioni di artisti sia italiani che stranieri: queste fonti rappresentano le uniche testimonianze della zona.

Sorrento era unita al resto della costiera da uno stretto ponte che superava la valle: nel 1866 venne deciso di eliminare il ponte e sostituirlo con una piazza, ottenendo lo spazio necessario per la sua realizzazione, riempiendo parte della gola, ricavandone anche alcuni locali; fu così che il Vallone dei Mulini si trovò diviso in due: da un lato, lo sbocco verso il mare, occupato poi dalla strada per il porto, dall’altra il piccolo complesso industriale che cessò di funzionare agli inizi del XX secolo, sia per la mancanza di acqua, incanalata, sia per motivi di ordine climatico, in quanto la totale assenza di vento e l’elevata umidità, che si aggira costantemente intorno all’80%, dovuto allo sbarramento artificiale, resero impossibile qualsiasi forma di vita umana. Tuttavia ciò ha beneficiato il proliferare di numerose piante, alcune considerate rare o quasi del tutto scomparse, come la Phyllitis vulgaris, oltre a diverse forme di piante carnivore e cespugli di capperi.
   (From Wikipedia:) Vallone dei Mulini or Valle dei Mulini (known in English as Valley of the Mills) is a historic valley in Sorrento, Italy.

The flour mills, built from stone as far back as the 13th century. Its name derived from its beginning function: to grind grain. The valley originates from the release of waters into a tufa plain about 37,000 years ago, following the eruption of the Campi Flegrei.

A sawmill was providing sawn wood. It was in operation until the beginning of the tenth century. In 1866, Piazza Tasso was established, and it caused the mill and the surrounding sea to be isolated. The building was closed and abandoned in the 1940s.

It is located behind Piazza Tasso. The valley is carved by two rivers: Casarlano-Cesarano and S. Antonino. This also means that the humidity is very high.

It is considered one of the most enchanting views of the Sorrento Peninsula. It is known for its variety and unique plants. These plants settle within ferns. Possible reasons for the appearance of these rare plants include moisture in the area, nearly complete lack of ventilation, sun exposure, and the presence of tuff.

domenica 4 giugno 2023

Foto della settimana / Photo of the week

Thomas Cole, Italian coast scene with ruined tower (1838)

Questo dipinto raffigura la Torre dello Ziro (1480), situata a Pontone (SA) sulla costiera amalfitana.This painting depicts the Torre dello Ziro (1480), located in Pontone (province of Salerno) on the Amalfi coast.

domenica 14 maggio 2023

Foto della settimana / Photo of the week

https://lifeinabruzzo.com/timballo-alla-teramana/
“Più che una deliziosa ‘torta’ abruzzese, il Timballo alla Teramana è la fotografia panoramica di un cuoco del fertile paesaggio teramano. I suoi strati di scrippelle (crespelle sottilissime a base d’acqua), rispecchiano gli strati di calcare e di dolomite che si formano e si fondono in modo unico per creare il Gran Sasso d’Italia.”

Cliccate qua per saperne di più: Life in Abruzzo
    “More than just a scrumptious Abruzzo ‘pie’, Timballo alla Teramana is a cook’s panoramic photograph of the fertile Teramo landscape. Its layers of scrippelle (water-based veil-like pancakes that mean crêpe in dialect), mirror the strata of limestone and dolomite that uniquely form and fuse to create the Gran Sasso d’Italia.”

Click here to read more about it: Life in Abruzzo

domenica 9 aprile 2023

Foto della settimana / Photo of the week

Duomo di Monreale
L’edificio normanno più importante del mondo. E probabilmente la cattedrale più bella d’Italia.
(Foto: Wikipedia)
   Monreale Cathedral
The most important Norman building in the world. And arguably the most beautiful cathedral in Italy.
(Photo: Wikipedia)

lunedì 27 marzo 2023

Agnello di Pasqua / Easter lamb

Ecco la ricetta per l’agnello che preparo ogni Pasqua da quasi dieci anni.

AGNELLO (O CAPRETTO) AL FORNO

Ecco una ricetta classica, amata dai napoletani.  Molto semplice, e molto saporita!  Dimostra la gloria della cucina contadinesca.

Questa ricetta è di Jeanne Carola Francesconi, cui ricettaio è la bibbia della cucina partenopea.

Ingredienti
1,8 kg agnello o capretto
50 g strutto [di maiale]
50 g olio [di oliva]
1 spicchio d’aglio
abbondante rosmarino
sale
pepe
c. 10 cipolline
1 kg patatine novelle

Preparazione
Lavate e asciugate la carne; mettetela in un ruoto, cospargetela di strutto a fiocchetti e irroratela di olio; aggiungete il rosmarino, il sale, il pepe, l’aglio e fate cuocere in forno già caldo a calore vivace finché la carne si sarà colorita. Tempo di cottura: da un’ora e un quarto a un’ora e mezzo. Se vi piacesse cuocervi insieme le patatine, aggiungete due fascetti di cipolline fresche tagliate a metà e le patatine, dopo un quarto d’ora di cottura della carne. [Nota dell’editore: io lo cucino in una grande padella di ghisa, in un forno caldo di 230-245°, finché l’interno raggiungerà 60°.]

  
Here is the lamb recipe that I have prepared every Easter for about ten years.

BAKED LAMB (OR KID)

This is a classic recipe, beloved by Neapolitans. Very simple, and very tasty!  It demonstrates the glory of peasant cooking.

This recipe is by Jeanne Caròla Francesconi, whose cookbook is the bible of Neapolitan cuisine.

Ingredients
4 lb lamb or kid
50 g (c. 3½ TB) pork lard
50 g (c. 3½ TB) olive oil
1 clove garlic
abundant rosemary
salt
pepper
c. 10 baby onions
2¼ lb small, young potatoes

Preparation
Wash and dry the meat; put it in a ruoto [a large, round pan], spread dabs of lard on it and drizzle oil on it; add the rosemary, salt, pepper, and garlic, and cook in a preheated oven, on rather high heat, until the meat changes color.  Cooking time: between 1¼ and 1½ hours.  If you’d like to cook the potatoes with the meat: after the meat has been cooking for a quarter of an hour, add two bundles [c. 10] fresh baby onions, halved, and the potatoes.  [Editor's note: I cook it in a large cast-iron pan, in a hot oven of 450-475°, until the internal temperature reaches 140°.]
Pasqua, 2017. Qua l’arrosto è più piccolo – c. 1 kg. Altrimenti, ho seguito la ricetta di Francesconi alla lettera.
Easter, 2017.  Here the roast is smaller – c. 2.25 lbs. Otherwise, I followed Francesconi's recipe to a T.

domenica 19 marzo 2023

Foto della settimana / Photo of the week

“Rollé di pollo alle noci” (della Mastercheffa)
Chicken roulade with walnuts (by Mastercheffa)

Stephanie Cabibbo, a.k.a. “Mastercheffa,” non è solo una delle migliori chef siciliane e una delle migliori food blogger del mondo, ma è anche una delle più grandi fotografe culinarie. Per questo motivo, siamo orgogliosi di scegliere la sua foto per la nostra Foto della Settimana. 

Cliccate qua per leggere questa stupenda ricetta:

Post correlato:
  Stephanie Cabibbo, a.k.a. “Mastercheffa,” is not only one of the finest chefs in Sicily and one of the finest food bloggers in the world, but she is also one of the greatest culinary photographers. For this reason, we are proud to choose her photo for this week’s Photo of the Week.

Click here to read this stupendous recipe:

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lunedì 27 febbraio 2023

Frittelle di carfioci! / Artichoke fritters!

Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2023

Ingredienti


1 kg carciofi, puliti e spuntati (Se non usi i carciofi freschi, quelli surgelati sarebbero meglio di quelli dalla scatola o dalla giara)
3 uova
menta fresca, tritata 
4 cipollotte, tritate 
227 g formaggio feta
scorza di limone, grattugiata
1 cucchiaino (c. 5 g) paprika
sale
pepe nero
340 g farina
olio d’oliva extravergine
qualche limone

Preparazione dei carciofi

Se stiate usando i carciofi surgelati, oppure quelli dalla scatola o giara, potreste scrollare giù e saltare a Preparazione delle Frittelle.

I carciofi sono ricchissimi di ferro. Perciò, appena li tagliate, s’ossidano subito a contatto con l’aria, e s’anneriscono.  Le vostre mani s’anneriranno pure!  Quindi, indossate le guanti da cucina (anche per evitare di ferirsi con le spine delle dure foglie esterne). Abbiate a disposizione una ciotola piena d’acqua fredda, acidulata dal succo di uno o due limoni. Il limone impedirà l’ossidazione. (I limoni serviranno anche per pulirvi le mani, se si scuriranno.)

Eliminate due o tre file delle foglie esterne.  Con un coltello tagliate la cima del carciofo, rendendola piatta.  Con i forbici, spuntate le spine delle foglie rimanenti.  Tagliate i carciofi a metà. Con uno scavino o un coltellino (oppure con le dita), rimuovete il fieno, la spiacevole parte centrale composta dal pappo e dai flosculi, che vi pungeranno il palato.

Non dimenticare che, durante tutta questa procedura, state mantenendo i carciofi tagliati nell’acqua acidulata.

Allora, i carciofi sono pronti per essere bolliti.  Ma s’anneriranno anche in cottura.  Come facciamo? Potete farli bollire in un “bianco per ortaggi,” che diventa un processo piuttosto complicato. (Occorrono sale, limone, olio, farina ...) In questo caso, perché il gusto del limone è voluto in questo piatto, potete semplicemente bollire i carciofi in acqua salata nella proporzione seguente: il succo di un limone per un litro d’acqua.

Preparazione delle Frittelle

Tritate i carciofi a 4.  Mescolate tutti gli ingredienti tranne la farina e l’olio. Aggiungete lentamente la farina. Amalgamate bene.  Scaldate l’olio in una padella.  Fate cadere cucchiaiate del composto nell’olio bollente.  Friggete finché dorate (non troppo rosolate), 4 o 5 minuti per lato.  Togliete le frittelle dalla padella e ponetele su carta marrone per un minuto, per assorbire l’olio.  È importante servirle calde; se necessario, tenetele nel forno. Quando siete pronti per servire le frittelle, ponetele su un piatto, salatele, e guarnitele con fette di limone.  

Suppongo che, in loco di limone, una salsa di yogurt all’aglio, di stile mediorientale, sia un’opzione.  Poi, si può aggiungere l’aneto al composto, oppure allo yogurt ... Ma queste opzioni non sono al gusto mio.  Per me, la menta e il limone devono essere le due star dello spettacolo.

POSTFAZIONE (27 febbraio 2023)
Nei dieci anni trascorsi dalla pubblicazione originale di questo post, queste frittelle rimangono una delle ricette preferite in casa nostra.

Spesso aggiungo curcuma e cumino. La curcuma è molto salutare e aggiunge un brillante colore giallastro, oltre a un buon sapore. Il cumino aggiunge un sapore “carnoso” molto utile nei piatti vegetariani.

Anche con questi due tocchi “mediorientali”, come condimento preferisco ancora il semplice succo di limone alle salse allo yogurt o cose del genere.

Ecco una variante dellʼItalia meridionale: sostituite la menta con il basilico, e aggiungete un poʼ di pangrattato. (Potete anche sostituire la feta con il pecorino.) Servite non con succo di limone ma con una leggera salsa di pomodoro. Moʼ avete le “polpette di carciofi”! (Fate attenzione alle proporzioni di farina e pangrattato. Troppa farina e farete delle bombe. Non abbastanza farina e le palline cadranno a pezzi.)
    Latest update: 27 February 2023

Ingredients


2 lb. (32 oz.) artichokes, cleaned and trimmed (if you don't use fresh artichokes, frozen ones are better than those from a can or jar)
3 eggs
fresh mint, chopped
4 scallions, chopped
1 cup feta
lemon zest
1 tsp paprika
salt
black pepper
1.5 cups flour
extra-virgin olive oil
some lemons

Preparation of the artichokes

If you're using frozen artichokes or those from a can or jar, you may scroll down and skip to Preparation of the Fritters.

Artichokes are very rich in iron. For that reason, as soon as you cut them, they oxidize immediately upon contact with the air, and they turn black. Your hands will turn black, too! Therefore, put on a pair of kitchen gloves (also to avoid getting pricked by the barbs of the hard, outside leaves.) Have a bowl ready, filled with cold water and the juice of one or two lemons. The lemon will stop the oxidation. (The lemons are useful also for cleaning any blackness from your hands, should they inadvertently come in contact with the artichokes.)

Eliminate two or three rows of outside leaves. With a knife, cut the top of the artichoke, giving it a flat top. With scissors, trim the barbs of the remaining leaves. Cut the artichokes in half. With a corer or a paring knife (or with your fingers), remove the "hay", the central part composed of the unpleasant pappus and florets, which would sting your palate.

Don't forget that, during this whole process, you're keeping the cut artichokes in the lemon water.

So, the artichokes are ready to be boiled. But cooking will also blacken them. What is the solution? You could boil them in a "vegetable bleach," which becomes a rather complicated process (requiring salt, lemon, oil, flour ...) In this case, because the lemon flavor is desired in this dish, you can simply boil the artichokes in salted water in the following proportion: the juice of one lemon per one liter of water.

Preparation of the Fritters

Cut the artichokes in 4. Mix all of the ingredients except the flour and oil. Add the flour slowly. Mix thoroughly. Heat the oil in a skillet. Drop spoonfuls of the mixture into the hot oil. Fry until golden (not too brown), 4 or 5 minutes per side. Remove the fritters from the pan and place them on brown paper for a minute, to absorb the oil. It is important to serve them hot; if necessary, keep them in the oven. When ready to serve the fritters, place them on a plate, add salt, and garnish with lemon slices.

I suppose that, in lieu of lemon, a garlicky yogurt sauce, Mediterranean style, would be an option. You could also add dill to the mixture, or to the yogurt ... But these options are not to my taste. For me, the mint and the lemon must remain the two stars of the show.

AFTERWORD (27 February 2023)
In the ten years since the original publication of this post, these fritters remain a favorite recipe in our home.

Often I add turmeric and cumin. Turmeric is very healthful, and it adds a brilliant yellowish color, in addition to a nice flavor. Cumin add a “meaty” flavor which is very useful in vegetarian dishes.

Even with these two “Middle Eastern” touches, as a condiment I still prefer simple lemon juice over yogurt sauces or anything like that.

Here is a southern Italian variant: replace the mint with basil, and add some breadcrumbs. (You can also replace the feta with pecorino.) Serve not with lemon juice but with a light tomato sauce. You now have “artichoke meatballs”! (Be careful of the proportions of flour and breadcrumbs. Too much flour and youʼll make bombs. Not enough flour and the balls will fall apart.)

giovedì 23 febbraio 2023

Enrico Caruso: His Songs

Il 150° anniversario della nascita del più grande cantante che sia mai esistito, ENRICO CARUSO, si avvicina velocemente. In quanto italoamericano, i cui antenati arrivarono in America durante gli anni di Ellis Island, il nome “Caruso” era abbastanza vicino al nome “Dio.” Da musicista professionista che (senza falsa modestia) ha decenni di esperienza nel campo della musica vocale, posso confermare che il canto di Caruso non è mai stato superato (opinione condivisa da tutti i grandi cantanti e da tutti i grandi critici del canto) . Pertanto, per questi due motivi, provo una “doppia devozione” per questo grande artista, le cui antiche incisioni continuano ad essere studiate e godute.

In questo nostro mondo la ciarlataneria è sempre esistita e sempre esisterà. I social media consentono l’emergere anche dei “musicisti” e dei “ricercatori” più insignificanti che si proclamano con coraggio “carusiani.” In mezzo a loro, tuttavia, c’è un cantante di fama internazionale, che, anche se non avesse mai visitato una biblioteca, sarebbe già rispettato per le sue numerose grandi esibizioni sui grandi palcoscenici operistici del mondo, molte delle quali sono prontamente disponibili su YouTube. Comunque quest’uomo ha sicuramente visitato alcune biblioteche! Grazie all’incredibile dedizione e caparbietà di quest’uomo così onesto e laborioso, un intero repertorio di canzoni composte da Caruso e per Caruso è stato riesumato dagli archivi di varie biblioteche del mondo e raccolto, prima in un album di spartiti, poi in un notevole set di due CD.

C’era molta emozione, e molto nervosismo, all’idea che questo set di CD – registrato nella villa di Caruso – sarebbe uscito in tempo per il compleanno speciale. È davvero disponibile. Infatti ne ho ricevuto la mia copia nella posta di ieri.

Il nome di questo carusiano – e merita davvero il soprannome – è Mark Milhofer. Il nome dell’album è Enrico Caruso: His Songs (pubblicato da Urania Records). Non c’è dubbio che questa sia la pubblicazione legata a Caruso più significativa, musicalmente e musicologicamente, pubblicata durante questo anniversario.

Solo qualcuno che ama Caruso così profondamente e così onestamente avrebbe potuto realizzare qualcosa di così straordinario. Ogni canzone è stata studiata e interpretata in modo impeccabile. Milhofer è un vero tenore con una vera carriera internazionale. Ma è anche un tenore intelligente; sa che il suo strumento è molto diverso da quello di Caruso. Canta con la propria voce e non tenta mai di imitare Caruso, o chiunque altro.

L’accompagnamento del brillante partner pianistico di Milhofer, Marco Scolastra, è al di là di ogni rimprovero. La sua esecuzione sicura e sensibile è eccezionale sotto ogni aspetto.

Naturalmente, è impossibile dimenticare che questi dischi sono stati registrati nella casa di Caruso, l’imponente villa (ora museo) a Lastra a Signa, una delle città collinari più belle della provincia di Firenze.

Nessuna spesa è stata risparmiata nel libretto che accompagna il CD, ricco di foto e informazioni biografiche su tutti i compositori. In tutta sincerità, è difficile immaginare che un vero fan di Enrico Caruso non possieda questo volume. Cliccate qua per acquistare questo CD.
   The 150th anniversary of the birth of the greatest singer who ever lived, ENRICO CARUSO, fast approaches. As an Italian-American, whose ancestors came to America during the Ellis Island Years, the name "Caruso" was pretty close to the name "God." As a professional musician who (without false modesty) has decades of experience in the field of vocal music, I can corroborate that Caruso's singing has never been surpassed (an opinion held by all of the great singers and all of the great critics of singing). Therefore, for these two reasons, I feel a "double devotion" to this great artist, whose ancient recordings continue to be both studied and enjoyed.

In this world of ours, charlatanism has always existed and will always exist. Social media allows the emergence of even the most insignicant "musicians" and "researchers" who boldly proclaim themselves "Carusians." Amidst them, however, is a vocalist of international repute, who, even if he never visited a library, would already be respected for his many great performances on the great opera stages of the world, many of which are readily available on YouTube. However, this man certain did visit a few libraries. Thanks to the incredible dedication and doggedness of this very honest and hard-working man, an entire repertoire of songs composed by Caruso and for Caruso have been exhumed from the archives of various libraries around the world and collected, first into an album of sheet music, and then into a remarkable two-CD set.

There was a lot of excitement, and a lot of nervousness, that this CD set – recorded in Caruso's own villa – would be released in time for the special birthday. It is indeed available. In fact I received my copy in yesterday's mail.

The name of this Carusian – and he really DOES deserve the moniker – is Mark Milhofer. The name of the album is Enrico Caruso: His Songs (released by Urania Records). There is no question that this is the most significant Carusian publication, musically and musicologically, to appear during this anniversary year.

Only someone who loves Caruso so deeply and so honestly could have achieved something so remarkable. Each song was researched and interpreted impeccably. Milhofer is a real tenor with a real international career. But he is also a smart tenor; he knows that his instrument is very different from Caruso's. He sings with his own voice and never attempts to imitate Caruso, or anyone else.

The accompaniment of Milhofer's brilliant pianistic partner, Marco Scolastra, is beyond any reproach. His assured and sensitive execution is exceptional in every respect.

Naturally, it's impossible to forget that these discs were recorded in Caruso's own home – the imposing villa (now museum) in Lastra a Signa, one of the most breaktakingly beautiful hilltop towns in the province of Florence.

No expense was spared in the booklet which accompanies the CD, filled with photos and biographical information about all the composers. In all sincerity, it is hard to imagine any true fan of Enrico Caruso not owning this volume. Click here to purchase this CD.
Quelle che seguono sono foto della Villa Museo Caruso da Leonardo Ciampa.
The following are photos of the Villa Museo Caruso by Leonardo Ciampa