giovedì 30 novembre 2017

mercoledì 22 novembre 2017

Donnachiara, tra i Top 100 vini al mondo / Donnachiara, one of the 100 best wines in the world

Vi scrivo oggi perché sono pieno di orgoglio per Ilaria Petitto & Francesco De Rienzo, direttori della cantina Donnachiara. Il loro Aglianico si è classificato al 71° posto nella lista dei 100 migliori vini del 2017 di Wine Spectator! (Intendiamoci, non i 100 migliori vini italiani – i 100 migliori vini del mondo!) Per Donnachiara, è arrivato al punto che ottenere una valutazione di 90+ da James Suckling sia un evento normalissimo. Sono davvero orgoglioso!

Che emozione vedere il riconoscimento internazionale che sta venendo a quest'azienda vinicola situata a Montefalcione (AV), il paese natio dei Ciampa. Infatti, la cantina si trova soli 1.500 metri dall'antica chiesa che i miei antenati frequentarono.

Ottenere fama e fare la differenza nel mondo, non sono la stessa cosa. In ogni intervista che fa, Ilaria menziona non solo i vini, ma le province ove crescono le uva: l'Irpinia, e anche il Sannio. (Montefalcione è in provincia di Avellino, ma nella diocesi di Benevento.) Abbiamo un gran debito con Ilaria, per il suo sostegno e la sua promozione, su scala mondiale, di queste province. Per favore, concedetemi un momento di spiegazione.

Dico spesso: "Gli Stati Uniti sono il paese peggiore al mondo – tranne tutti gli altri." Qualunque sciovinismo che potremmo avere in America tra le diverse regioni, in Italia è ancora più amplificato. (Mi perdonerete la franchezza, poiché su questo argomento sono sempre appassionato e schietto.) Quando visitai l'Italia per la prima volta nel 1995, guardavo il telegiornale ogni sera. Le uniche volte – le unicissime volte – in cui la Sicilia era menzionata era in relazione a una sparatoria mafiosa. Questo, per il luogo che abbia più bellezze naturali, più bellezze architetturali, più storia e più cultura di tutte le regioni d'Italia! Non importava con chi parlaste: la "vera Italia" era la Toscana. Il resto era una pessima imitazione, e tutta la terra a sud di Roma non esisteva nemmeno.

Negli anni '90 la mentalità era davvero così. La prova di ciò si poteva osservare nell'industria vinicola. I prezzi dei vini toscani erano doppi o tripli rispetto a quelli dei vini siciliani che spesso erano superiori. Altre prove convincenti si possono vedere sulle etichette stesse. Negli anni '90, l'etichetta diceva (per dare un esempio) "Corvo Rosso." Oggi dice "Corvo Nero d'Avola." Grazie alle imprenditrici e gli imprenditori motivati e dediti, i monovitigni come Nero d'Avola e Inzolia in Sicilia, Negroamaro e Primitivo in Puglia e così via, oggi sono molto più conosciute. Ilaria e Francesco appartengono a questo gruppo di imprenditori impegnati. Grazie ai loro enormi sforzi, i monovitigni irpini e sanniti, come Taurasi e Greco di Tufo e Falanghina, stanno diventando rispettati a livello internazionale.

I toscani hanno buone ragioni per essere gelosi del terroir irpino. Sebbene Avellino si trovi nell'Appennino campano, è solo a circa 50 km dal Vesuvio. Pertanto, il terreno è in parte igneo (vulcanico) e in parte sedimentario (montuoso). Questo terroir ricco e il clima meridionale producono uva che sono l'invidia dei viticoltori toscani.

Un'altra persona d'affari magari parlerebbe solo del prodotto e dell'azienda. Ma in tutte le interviste, Ilaria non manca mai di parlare della sua bella provincia e del terreno speciale. Che gioia avere una portavoce internazionale per Avellino, e in particolare per il comune di Montefalcione!
   I write to you today bursting with pride for Ilaria Petitto & Francesco De Rienzo, directors of the Donnachiara winery. Their Aglianico ranked 71 in Wine Spectator’s list of the 100 best wines of 2017! (Mind you, not the 100 best Italian wines – the 100 best wines in the world!) For Donnachiara, it has gotten to the point that to get a 90+ rating from James Suckling is a normal occurrence. I am truly proud!

What a thrill to see the international recognition that is coming to this cantina, located in Montefalcione (Avellino), the Ciampas’ ancestral home town. In fact, the winery is located less than a mile from the ancient church that my ancestors attended.

To obtain fame and to make a difference in the world, they are not the same thing. In every interview that she does, Ilaria mentions not only the wines, but the provinces where the grapes grow: Avellino, and also Benevento. (Montefalcione is in the province of Avellino, but in the diocese of Benevento.) We owe Ilaria a great debt for her advocacy and promotion, on a global scale, of these provinces. Please allow me a moment of explanation.

I often say, "The United States is the worst country in the world – except for all the other ones." Whatever chauvinism that we might have in America between the different regions, in Italy is it even more amplified. (You'll forgive my bluntness, for on this topic I am always passionate and outspoken.) When I first visited Italy in 1995, I watched the evening news every evening. The only time – the ONLY time – Sicily was ever mentioned was in connection to a mafia shooting. This, for the place that has more natural beauty, more architectural beauty, more history, and more culture than all the regions of Italy! No matter whom you talked to, the "true Italy" was Tuscany; the rest was a poor imitation, and all of the land south of Rome didn't even exist. 

In the 1990s the mentality was truly that way. Evidence of this could be seen in the winemaking industry. The prices of Tuscan wines were double or triple those of Sicilian wines which often were superior. More compelling evidence can be seen on the labels themselves. In the 1990s, the label said (to give one example) "Corvo Rosso." Today it reads, "Corvo Nero d'Avola." Thanks to motivated, dedicated entrepreneurs, varietals such as Nero d'Avola and Inzolia in Sicily, Negroamaro and Primitivo in Puglia, and so forth are much better known today. Ilaria and Francesco belong to this group of dedicated entrepreneurs. Thanks to their huge efforts, the varietals of Avellino and Benevento, such as Taurasi and Greco di Tufo and Falanghina, are becoming internationally respected.

The Tuscans have good reason to be jealous of the Avellinese terroir. Though Avellino is located in the Campanian Appenines, it is only approximately 30 miles from Mt. Vesuvius. Thus, the soil is partly igneous (volcanic) and partly sedimentary (mountainous). This rich terroir, and the southern climate, produce grapes that are the envy of Tuscan vintners.

Another business person might speak only about the product and the company. But in all of her interviews, Ilaria never fails to speak about her beautiful province and its special terrain. What a joy to have an international spokeswoman for Avellino, and in particular for the town of Montefalcione!

To purchase Donnachiara wines in America, click here.
Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, Via Cardinal dell'Olio, Montefalcione
Chiesa ancestrale della famiglia Ciampa, situata 1.500 metri dalla cantina Donnachiara!
(foto di Leonardo Ciampa, 17 gennaio 2017)
Ancestral church of the Ciampa family, located less than a mile from the Donnachiara winery!
(photo by Leonardo Ciampa, January 17, 2017)
Panorama dalla Cantina Donnachiara (foto: donnachiara.it)
Panorama from the Donnachiara Winery (photo: donnachiara.it)
Ilaria Petitto & Leonardo Ciampa alla cantina Donnachiara (17 gennaio 2017)
Ilaria Petitto & Leonardo Ciampa at the Donnachiara winery (January 17, 2017)
Francesco De Rienzo & Ilaria Petitto (2017)

mercoledì 1 novembre 2017

Halloween

Photo: greencountyhealth.org
Mi hanno sorpreso tutti i commenti ieri su Facebook, dagli amici italiani (che forse non sono mai stati in America), offrendo opinioni sulla nostra festa di Halloween.

Chiariamo una cosa: qua in America, le due feste che i bambini aspettano con la più impazienza ogni anno, sono Halloween e Natale. Potreste dire che sono le feste più commercializzate. Per gli adulti, sì. Per i bambini, sono due occasioni di gioia pura. Per un genitore di 4 figli, osservare questa gioia è anche più dolce di ricordare la mia propria gioia da quei dì.

“HALLOWEEN È UNA FESTA SATANICA!” Chiariamo che una festa satanica e una festa pagana, perdonatemi ma non sono la stessa cosa! Sì, ovviamente ci sono elementi pagani di ogni festa cattolica. Gesù non c’entra nell’agrifoglio e l’edera, o nella ghirlanda natalizia, o nell’albero natalizio. Sono elementi dalla festa dello Yule. La Chiesa Cattolica intenzionalissimamente programmò tutte le maggiori feste sopra le feste pagane. O forse credete che i primi studiosi cristiani ricercassero il vero giorno di nascita di Gesù e arrivassero al 25 dicembre! Abbiamo visto la stessa cosa nei tempi nostri, programmando la Kwanzaa al 26 dicembre.

Il fervore religioso è comprensibile ad un certo punto. Dire, “NON DIMENTICARE CHE IL 1° NOVEMBER È LA FESTA DI TUTTI I SANTI,” vuol dire che vorreste che la fede cristiana non venga offuscata dalle feste secolari. Va bene. Ma dire, “USA LA TESTA, NON LA ZUCCA,” vuol dire che chi ha altre convinzioni e altre tradizioni sia meno intelligente di voi. E dire, “I SATANISTI FESTEGGIANO HALLOWEEN. NON UNIRTI A LORO!”, vuol dire qualcosa così distante dalla razionalità che non ne so rispondere.

Ma gli italiani non possono fermarci qui! Essendo italiani, devono aggiungere, “LA ZUCCA DI HALLOWEEN, MICA LA MANGIAMO NOI.” Ah, ecco il vero insulto! L’ultima daga! Potete dire che siamo scemi. Potete dire che siamo satanici. Ma quando siete VERAMENTE arrabbiati, dite che non sappiamo mangiare!

Basti dire: io non conosco nessunissimo al mondo che mangia la carne delle zucconi che s’intagliano per i jack-o’-lantern. Si mangiano le più piccole zucche, che si chiamano sugar pumpkins (“zucche zucchero”). Il colore è un po’ più rossastro.  E si preparano esattamente come si preparano tutte le zucche invernali: arrostite con burro e salvia, grigliate, vellutate, ecc. ad infinitum.

Ma forse il vero lamento gastronomico spetti non alle zucche ma ai dolcetti di cioccolato, e al problema dell’obesità infantile. Ma anche questo ragionamento ha pochissimo senso. I bambini non sono obesi perché mangino dolci una volta all’anno. Sono obesi perché prima erano fuori, correndo, e oggi sono dentro, usando i loro dispositivi.

Chiaramente, dunque, il problema non è con la cultura vostra o con quella nostra, ma invece con la cultura dei social media – un podio ove la persona più ignorante, di qualsiasi nazione, può parlare forte e spesso.
   I was very surprised by all the comments yesterday on Facebook, from Italian friends (who perhaps have never been to America), offering opinions on our feast of Halloween.

Let's be clear: here in America, the two holidays that children wait most impatiently for every year are Halloween and Christmas. You could say that they are the two most commercialized holidays. For the adults, yes.  For the children, they are two occasions of pure joy.  For a father of 4 children, to observe this joy is even sweeter than remembering my own joy from those days.

"HALLOWEEN IS A SATANIC FEAST!" Let's clarify that a satanic feast and a pagan feast, I'm sorry but they're not exactly the same thing!  Yes, obviously there are pagan elements in every Catholic feast. Jesus had nothing to do with the holly and the ivy, or the Christmas wreath, or the Christmas tree. They are elements from the Yule feast.  The Catholic Church very intentionally scheduled all of the major feasts on top of the pagan feasts. Or perhaps you believe that the early Christian scholars researched Jesus's true birthday and came up with December 25th! We have seen the same thing in our times, scheduling Kwanzaa on December 26th.

Religious fervor is understandable to a certain point.  To say, "DON'T FORGET THAT NOVEMBER 1st IS THE FEAST OF ALL SAINTS," means that you would like the Christian faith not be overshadowed by secular holidays. OK.  But to say, "USE YOUR HEAD, NOT A PUMPKIN," means that anyone who has other beliefs and traditions is less intelligent than you.  And to say, "SATANISTS CELEBRATE HALLOWEEN. DON'T JOIN THEM!", means something so distant from rationality that I don't know how to respond to it.

But the Italians can't stop there! Being Italian, they have to add, "WE DON'T EAT HALLOWEEN PUMPKINS." Ah, here is the real insult! The final dagger! You can say that we're idiots. You can say that we're satanic. But when you are REALLY angry, you say that we don't know how to eat!

Suffice it so say: I don't know anyone in the world who eats the flesh of the big pumpkins that are carved into jack-o'-lanterns. We eat the smaller "sugar pumpkins." The color is a little more reddish. And they're prepared exactly like all winter squash are prepared: roasted with butter and sage, grilled, puréed in soups, etc. ad infinitum.

But perhaps the real gastronomic complaint lies not with the pumpkins but with chocolate candy, and with the problem of childhood obesity.  But even this reasoning has very little sense. Children are not obese because they eat candy once a year. They're obese because before they used to go outside and run around. Now they're inside, using their devices.

Clearly, then, the problem is not with your culture or with our culture, but instead with the culture of social media – a podium where the most ignorant person, of any nation, can speak loudly and often.