venerdì 24 febbraio 2017

Il terremoto continuo / The continuous earthquake

agi.it
Oggi ricorre il sesto mesiversario del devastante terremoto ad Amatrice. Il primo di tanti terremoti. Ma in un altro senso, un terremoto continuo.

Trecento morti. Danni stimati in 23,5 miliardi di euro.

Il Corriere della Sera dice che nelle regioni colpite dai terremoti, “ancora inagibile il 40% degli edifici, aumentano gli sfollati, sono quasi 12mila. E dei 3 mila moduli abitativi ne sono arrivati solo 18.” AGI dice che “tutti chiedono con forza di abbattere la burocrazia e defiscalizzare le attività economiche nelle aree colpite.” Il sindaco di Accumoli riporta “tante richieste ma nessun risultato.” Il sindaco reatino dice, “Non credo proprio che un’emergenza si affronti in questo modo, tutto quello che era stato richiesto dai territori non è stato fatto.” Tutte le procedure di emergenza sono impantanati in burocrazia. Commissario straordinario Vasco Errani dice: “Qua è tutto fermo.”

Nel frattempo, in sotterraneo niente è “fermo.” I terremoti continuano a manifestarsi in Italia centrale, al ritmo di uno ogni 90 minuti! Solo in provincia di Rieti, tra il 23 febbraio alle ore 3:17 e il 24 febbraio alle 11:15 – un periodo di 32 ore – otto terremoti. Due ne erano di una magnitudine di 3,0 o più.

Sergio Pirozzi, sindaco amatriciano, ha detto all’AGI, “torno a ripetere quello che ormai dico da tempo, e cioè che è inutile ricostruire se poi non si consente all’economia di ripartire, e che quindi deve essere la priorità assoluta quella di attivare misure a sostegno di un’economia in cui le attività di vicinato rappresentano le uniche voci in crescita assieme alla grande distribuzione.” D’altro canto, il collaboratore del signor Pirozzi mi ha scritto lo scorso settembre tramite e-mail che i fondi che io personalmente donerei ad Amatrice “verranno utilizzati a sostegno della popolazione colpita dal terremoto, ovviamente partendo dai casi familiari e opere più urgenti.” Ovviamente, si farebbe  meglio dare soldi ai comuni individui piuttosto che alle organizzazioni nazionali. In puro stile italiano, le operazioni di soccorso sono state fatte tanto burocratiche come possibile. Il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, ha detto all’AGI che hanno “diviso il coordinamento dell’emergenza in due organismi: quello commissariale e quello competente, della Protezione civile.”

Difficile sapere la soluzione quando un paese più piccolo del New Mexico ha 315 senatori. 
Today marks the six-month anniversary of the devastating earthquake in Amatrice. The first of so many quakes. But in another sense, one continuous quake.

Three hundred deaths. Damage estimated at $25 billion dollars.

The Corriere della Sera says that in the regions affected by the quakes, 40% of the buildings are still off-limits, the displaced number almost 12 thousand, and of the 3,000 temporary housing units, only 18 have arrived. AGI says that "everyone is asking forcefully to break down bureaucracy and to tax-exempt the economic activities in the affected areas." The mayor of Accumoli reports "many requests but no results." The mayor of Rieti says, "I do not think this is the way you face an emergency. Everything that had been requested from the territories has not been done." All of the emergency procedures are mired in bureaucracy. Special commissioner Vasco Errani says, "Here everything is still."

Meanwhile, underground nothing is "still." Earthquakes are still occurring in Central Italy at the rate of one every 90 minutes! Just in the province of Rieti, between February 23 at 3:17 and February 24 at 11:15 – a period of 32 hours – eight earthquakes. Two of those were of a magnitude of 3.0 or more.

Sergio Pirozzi, mayor of Amatrice, said to AGI, "As for the areas hit by the earthquake, I repeat what I've been saying now for a long time, namely that it is useless to rebuild if we do not allow the economy to restart.  Therefore, the top priority must be to enable measures to support economy in which neighborhood activities represent the only voices rising together with the large retailers." On the other hand, Mr. Pirozzi's assistant wrote to me last September via email that the funds that I personally would donate to Amatrice "will be used to sustain the population stricken by the earthquake, obviously starting with families and the most urgent works [repairs]."  Obviously, one would do better donating money to individual towns, rather than to national organizations.  In true Italian fashion, the relief efforts were made as bureaucratic as possible. The mayor of Visso, Giuliano Pazzaglini, told AGI that "the emergency coordination was divided into two bodies: the commissioner, and the competent one, the civil protection." (The "civil protection" (protezione civile) is Italy's equivalent of FEMA.)

Hard to know the solution when a country smaller than New Mexico has 315 senators. 

giovedì 9 febbraio 2017

Bombolotti "Arrivederci, Roma"

Foto: romeinformation.it
In un momento di nostalgia, ho composto questa ricetta. Non è necessariamente una ricetta “tradizionale” romana, ma piuttosto, il mio tributo alla cucina romana – oppure, la mia nostalgia per la cucina romana. Mi sono ispirato da un piatto sul menù della mia trattoria preferita in tutta Roma, la Trattoria Grotta Amatriciana (http://www.grottamatriciana.it), un locale semi-nascosto su via Principe Amedeo (non lontano da Termini). Non faccio alcuna pretesa che questa sia una riproduzione del cibo di questo ristorante divino (divino perché divinamente autentico). Non è questa. È semplicemente un omaggio a quella grande trattoria, e alla grande città di Roma.

Ingredienti
500 gr bombolotti (mezzi rigatoni)
500 gr broccoli, fiori e gambi (I gambi dovete tagliare a piccoli cubetti.)
250 gr (c. 3) salsicce dolci, a pezzettini (Io le taglio con i forbici, non col coltello.)
100 gr finocchio (solo il grumolo bianco, senza i gambi verdi), a cubetti
75 gr cipolla, a quadratini
1 spicchio d’aglio, dimezzato (Si può togliere dopo.)
400 gr (mezza scatola) pelati San Marzano, tagliati
250 ml Frascati DOC (oppure un altro vino bianco romano)
250 ml acqua
250 ml panna grassa
EVO
qualche foglia fresca di basilico
sale marino, macinato al momento
pepe nero, macinato al momento
noce moscata, macinata al momento
pecorino romano, grattugiato al momento

Preparazione
In una padella oppure una casseruola a ghisa, riscaldate l’evo. A fiamma alta, fate saltare le salsicce, sale e pepe per soli 1 o 2 minuti. Poi aggiungete il resto degli ortaggi tranne i pomodori. (La carne deve prendere il sapore dagli ortaggi aromatici.)  Fate saltare per 5 minuti, fino a quando le salsicce si rosolano e gli ortaggi cambiano colore. Aggiungete il vino bianco. Appena bollisce aggiungete l’acqua. Appena bollisce aggiungete i pomodori e il basilico. Abbassate la fiamma a media-bassa e fate cuocere per 15 minuti. Abbassate la fiamma all’impostazione più bassa. In un robot da cucina fate passare una metà del sugo, inclusa la carne. Rimettere alla padella. Aggiungete la panna e la noce moscata. Mescolate.

Nel frattempo, fate cuocere i bombolotti in abbondante acqua salata. Scolate, aggiungete al sugo, e aggiungete il pecorino romano alla tavola.

Servite con Castelli Romani Rosso DOC, oppure un altro vino rosso romano.
  In a moment of nostalgia, I composed this recipe. It is not necessarily a "traditional Roman" recipe, but rather, my tribute to the Roman cuisine – or perhaps, my nostalgia for the Roman cuisine. I drew inspiration from a dish which was served at my favorite trattoria in all of Rome, Trattoria Grotta Amatriciana (http://www.grottamatriciana.it), a hole-in-the-wall on Via Principe Amedeo (not far from the main train station). I make no claim that this is a reproduction of the food at this divine restaurant (divine because divinely authentic). It is not.  It is simply an homage to that great trattoria, and to the great city of Rome.

Ingredients
500 gr bombolotti (a.k.a. mezzi rigatoni, half-rigatoni)
500 gr broccoli, florets and stalks (The stalks have to be chopped into little cubes.)
250 gr (c. 3) Italian sweet sausages, cut in small pieces (I cut them with scissors, not with a knife.)
100 gr fennel (only the white bulb, not the green stalks), cut in little cubes
75 gr onion, cut in little squares
1 clove garlic, halved (You can remove it afterwards.)
400 gr (half a can) peeled San Marzano tomatoes, chopped
250 ml Frascati DOC (or another Roman white wine)
250 ml water
250 ml heavy cream
extra-virgin olive oil
a few fresh basil leaves
sea salt, freshly ground
black pepper, freshly ground
nutmeg, freshly ground
pecorino romano, freshly grated

Preparation
In a skillet or a Dutch oven, heat the EVOO. On high heat, sauté the sausages, salt, and pepper for only 1 or 2 minutes. Then add the rest of the vegetables except the tomatoes. (The meat must take the flavor from the aromatic vegetables.) Sauté for 5 minutes, until the sausages are brown and the vegetables change color. Add the white wine. As soon as it boils, add the water. As soon as that boils, add the tomatoes and basil. Lower the flame to medium-low and cook for 15 minutes. Turn the heat down to the lowest setting (warm). In a food processor, purée half of the sauce, including the meat. Return it to the pan. Add the cream and nutmeg. Stir.

Meanwhile, boil the pasta in abundant salted water. Strain, add the pasta to the sauce, and add the pecorino romano at the table.

Serve with Castelli Romani Rosso DOC, or another Roman red wine.
L’autore alla sua trattoria preferita di Roma, la Grotta Amatriciana (http://www.grottamatriciana.it). Il più buono è il ristorante, la più difficile è la decisione!
The author at his favorite trattoria in Rome, the Grotta Amatriciana http://www.grottamatriciana.it). The better the restaurant, the more difficult the decision!

venerdì 3 febbraio 2017

La musica contro gli elementi / Music vs. the elements

L’autore in concerto alla Basilica di Santa Prassede, Roma (14 gennaio 2017).
The author in concert at the Basilica di Santa Prassede, Rome (January 14, 2017).
Foto: Giuliano Mercati
Non vi mentirò: il ritorno a Boston da questo viaggio piuttosto tumultuoso non è stato facile.

L’itinerario aveva molte incarnazioni. L’idea originale nacque in seguito alla morte luglio scorso del mio carissimo amico, Carmine Trubiano. Decisi di visitare il suo paesino natio, Castiglione a Casauria (provincia di Pescara) – come tributo a lui, e come regalo di compleanno a me stesso.

Poi in agosto il terribile terremoto colpì la provincia di Rieti. I telegiornali in tutto il mondo coprirono la notizia. (E se solo sapessimo che sarebbe solo il primo terremoto di tanti!)

Entra il signor Renzo Fedri, nipote del famoso compositore-pianista Dino Fedri (accompagnatore e caro amico di Beniamino Gigli). Perché non fare una tournee di concerti d’organo, come raccolta fondi per i terremotati d’Amatrice? Fedri lavorò sodo per organizzare un concerto alla Basilica di Rieti, sul suo magnifico organo di 5 tastiere. Fu quasi un’opera, navigando questo comitato, quel comitato ... Fedri ne fece tutto. Dopo mesi di questo dramma, il rettore della Basilica diede l’OK finale. Due giorno dopo il rettore morì! 

Anche PIÙ dramma, per assicurare che il concerto accada ancora nella sua assenza. Le ultime acque da navigare. Il concerto fu finalmente inciso in pietra. Succederà.

Più terremoti. Il Vescovo chiuse tutte le chiese a Rieti. Inclusa la Basilica. Concerto annullato.

Dopo Rieti, avevo avuto un’altro concerto a Morro d’Oro, paesino montanaro in provincia di Teramo. Non fidandomi della stabilità di quelle montagne abruzzesi, annullai il concerto.

Rimase almeno un concerto, alla basilica bizantina di Santa Prassede a Roma (il mio debutto romano). Ma mica un concerto fa una tournee. Dove andrei dopo Roma?

I Ciampa abitarono in Irpinia per secoli – forse millenni. Figuratevi che io non ero mai stato in Irpinia. Mai. Decisi di farci una visita. Ma ci sarebbero organi da suonare?

Feci due scoperte fortuite! Seppi che ad Avellino c’era un organo nuovo di zecca, dedicato solo un mese o due prima. E scoprii che proprio a Montefalcione, il mio paesino ancestrale, donde vennero secoli e secoli di Ciampa, c’era un buonissimo organo ottocentesco, restaurato di recente. Scrissi al parroco della possibilità di un concerto.

Suonai a Roma. Gran successo.  Partii Roma. Arrivai ad Avellino. Una tormenta. Una bufera di neve di proporzioni bostoniane. Concerto annullato.

Fu una delusione. Ma la più grande delusione venne il prossimo giorno.

Mi alzò. Feci colazione. Uscii dall’albergo. E la neve c’era ancora sui marciapiedi e sulle strade. Niente era spazzato. Invece di prendere una pala, semplicemente chiusero certe strade. Perfino certi pezzi di autostrada! Ma che tipo di soluzione è questa in un paese ove 50% del reddito va alle tasse?

Non fu più divertente quando, qualche giorno dopo, mi sedetti in un bar alla Piazza Santa Maria Maggiore a Roma e, sul TV, vidi che in Abruzzo – soli 50 km da dove dovevo suonare a Morro d’Oro – una valanga seppellì un albergo con 3 metri di neve, e i paramedici non potessero arrivarci, a causa delle strade chiuse! Ma come tutto questo è potuto succedere?

A prescindere dalla neve, io avevo progettato di visitare Montefalcione il giorno del mio compleanno. Io nacqui il 17-I-71, e il 17-I-17 – giorno che DOVEVO suonare a Rieti – fui determinato a visitare Montefalcione.

Non credereste la noncuranza con cui gli autisti di pullman non seppero quando i pullman per Montefalcione partano, poi l’uguale noncuranza con cui annunciarono che infatti il pullman non vada affatto, a causa delle strade non pulite.

Un tassista apparì. (Aveva predetto la situazione – ammirai il suo opportunismo!) Gli chiesi quanto sarebbe un viaggio in tassì a Montefalcione. Rispose, “Nessun problema.” Chiesi di nuovo il prezzo. Rispose, “Non si preoccupi.” Me ne preoccupai. Finalmente dissi un prezzo io. E come assicurazione addizionale che lui non mi freghi, usai quanto dialetto conoscevo. Invece di dire, “Ho solo X euro in tasca,” dissi, “Tengo sulamente X euro rint’ ’a sacc’.” Mi ci portò presto.

Arrivammo. Gli diedi la somma concordata. Lui disse, “Un regalino per le sigarette?” Il piano brillante mi si ritorse contro; perché parlai in dialetto, lui si sentì MENO esitante a estrarre da me più soldi!

Dal momento che arrivai a Montefalcione, il resto fu quasi un sogno. Don Paolo Luciano, parroco del comune, m’incontrò allo straordinariamente bello Santuario, la chiesa principale che giacque sulla cima della montagne. Mi portò alla macelleria del mio cugino di secondo grado, Gennaro Ciampa. Mi portò alla contrada ove tutti i miei antenati abitarono. Mi portò alla cappelluccia che mio zio Domenico costruì. E mi portò alla Chiesa S. Maria di Loreto & S. Feliciano, ove i miei nonni e bisnonni e trisnonni furono battezzati, cresimati, sposati, sepolti ... IMPOSSIBILE descrivere le emozioni di tutto quello.

Figuratevi che 1500 metri da questa chiesa ancestrale si trovi la cantina Donnachiara, cui stupendi vini scoprii per la prima volta al negozio 3,5 km da casa mia in America! Finalmente giunse il momento di visitare questa cantina e d’incontrarne i proprietari.

Si suonò il citofoto, e un grandissimo cancello di metallo si aprì. All’improvviso la scena cambiò. Si videro panorami impossibili da descrivere. Impossibili da credere.
   I'm not going to lie to you: my return to Boston from this rather tumultuous trip was not easy.

The itinerary had many incarnations. The original idea came following the death last July of my very dear friend, Carmine Trubiano. I decided to visit his hometown, Castiglione a Casauria (in the province of Pescara) – as a tribute to him, and as a birthday gift to myself.

Then in August the terrible earthquake struck the province of Rieti. The media throughout the world covered the news. (And if only we knew that it would be only the first earthquake of many!)

Enter Mr. Renzo Fedri, nephew of the famous composer-pianist Dino Fedri (accompanist and dear friend of Beniamino Gigli). Why not do a tour of organ concerts, as a fundraiser for the earthquake victims in Amatrice? Fedri worked incredibly hard to organize a concert at the Basilica in Rieti, on its magnificent organ of five keyboards.  It was practically an opera, navigating this committee, that committee ... Fedri did all of it.  After months of this drama, the rector of the Basilica gave the final OK.  Two days later the rector dropped dead!

Even MORE drama, to make sure that the concert would still happen in his absence. The last waters to navigate. The concert was finally etched in stone. It will happen.

More earthquakes.  The bishop closed all of the churches in Rieti. Including the Basilica. Concert cancelled.

After Rieti, I was supposed to have another concert in Morro d'Oro, a small mountain town in the province of Teramo. Not trusting the stability of those Abruzzese mountains, I cancelled the concert.

At least one concert remained, at the Byzantine basilica of Santa Prassede in Rome (my Roman debut). But it's not as though one concert makes a tour. Where would I go after Rome?

The Ciampas lived in Avellino for centuries – maybe millennia.  Imagine that I had never been to Avellino.  Never.  I decided to pay a visit.  But would there be organs to play?

I made two fortuitous discoveries!  I learned that in Avellino there was a brand-new organ, dedicated only a month or two prior. And I discovered that right in Montefalcione, my ancestral hometown, there was a beautiful 19th-century organ, recently restored.  I wrote to the pastor about the possibility of a concert.

I played in Rome. Great success. I left Rome. I arrived in Avellino. A snow storm. Of Bostonian proportions. Concert cancelled.

It was a let-down. But the bigger let-down came the next day.

I got up. I had breakfast. I left the hotel. And the snow was still on the sidewalks and streets. Nothing was plowed. Instead of picking up a shovel, they simply closed certain streets. Even certain sections of highway!  What kind of solution is this, in a country where 50% of one's income goes to taxes?

It wasn't funny anymore when, a few days later, I was seated at a café in Piazza Santa Maria Maggiore in Rome, and on the TV, I saw that in Abruzzo – only 30 miles from where I was supposed to play in Morro d'Oro – an avalanche buried a hotel with 9 feet of snow, and the EMTs couldn't get to them, because of the closed roads! But how could all of this happen?

Snow or no snow, I had planned to visit Montefalcione on my birthday.  I was born on 1/17/71, and on 1/17/17 – the day that I was SUPPOSED to play in Rieti – I was hell-bent on visiting Montefalcione.

You wouldn't believe the casualness with which the bus drivers didn't know when the bus for Montefalcione would leave, then the equal casualness with which they announced that in fact the bus wasn't running at all, because of the unplowed roads.

A cab driver appeared.  (He had predicted the situation – I admired his opportunism!) I asked him how much a cab ride to Montefalcione would be. He replied, "No problem." Again I asked the price. He said, "Don't worry about it." I worried about it. Finally I named my own price. And as extra insurance that he wouldn't screw me, I used what dialect I knew. Instead of saying, “Ho solo X euro in tasca,” I said, “Tengo sulamente X euro rint’ ’a sacc’.”  He got me there fast.

We arrived. I gave him the agreed upon amount. He said, "A little gift for cigarettes?" My brilliant plan backfired; because I spoke in dialect, he felt even LESS hesitant extracting more money from me!

From the moment that I arrived in Montefalcione, the rest was like a dream. Fr. Paolo Luciano, pastor of the town, met me at the stunningly beautiful Santuario, the principal church which lies on top of the mountain. He took me to the butchershop owned by my second cousin, Gennaro Ciampa. He took me to the street where all of my ancestors lived.  He took me to the little chapel that my uncle Domenico built. And he took me to the Chiesa S. Maria di Loreto & S. Feliciano, where my grandparents, great-grandparents, and great-great-grandparents were baptized, confirmed, married, buried ... IMPOSSIBLE to describe the emotions of all this.

Imagine that less than a mile from this ancestral church is the Donnachiara winery, whose stupendous wines I first discovered at a liquor store 2 miles from my house in America! The moment finally arrived to visit this winery and to meet its owners.

We rang the buzzer, and a huge metal gate opened. All of a sudden the scene changed. One saw panoramas impossible to describe. Impossible to believe.
foto: Donnachiara.com
Il miglior rosso italiano che ho mai bevuto.
The best Italian red that I have ever drunk.
Se non avessi foto del pranzo genetliaco che prepararono per me, forse penserei che fosse solo un sogno. Ma successe davvero!  Eccoci lì seduti alla tavola: il direttore generale Ilaria Petitto; suo marito (e direttore marketing) Francesco De Rienzo; il giornalista Alfredo Picariello, direttore di Più Economia (www.piueconomia.com); Alfonso Cuomo, direttore vendite di Pasta Cuomo (pastacuomo.com); e il personale meraviglioso di Donnachiara che cucinarono e servirono l’eccellente pranzo.

L’ultima sera a Roma fu un esempio degli alti e bassi del viaggio. Per puro caso, l’albergo ove stetti fu proprio di fronte al Teatro dell’Opera, in Piazza Beniamino Gigli! (E infatti qualche giorno prima pranzai con il nipotino del tenore, Beniamino Gigli, Jr.!)  Ma quel giorno, tutte le scuole e tutta la metropolitana di Roma furono chiuse, a causa dell’ultima tornata di terremoti.

Ecco la mia tournee: un concerto suonato, quattro concerti annullati da Madre Natura.  Ma quel che iniziò come una visita al paese natio di Carmine, finì come una visita al paese natio mio. Magari era destinato.
   If I didn't have photos of the birthday dinner that they prepared for me, perhaps I would think that it was just a dream. But it really happened! There we all were seated at the table: the general director Ilaria Petitto; her husband (and marketing director) Francesco De Rienzo; the giornalist Alfredo Picariello, director of Più Economia (www.piueconomia.com); Alfonso Cuomo, director of sales at Pasta Cuomo (pastacuomo.com); and the wonderful staff of Donnachiara who cooked and served the excellent meal.

My last night in Rome was an example of the highs and lows of the trip. Purely by accident, the hotel where I stayed was directly across the street from the Teatro dell'Opera, in Piazza Beniamino Gigli! (And in fact a few days prior I had lunch with the tenor's grandson, Beniamino Gigli, Jr.!) But that day, all of the schools and all of the subways in Rome were closed, due to the latest round of earthquakes.

Thus my tour: one concert played, four concerts cancelled by Mother Nature. But what began as a visit to Carmine's ancestral town, ended up as a visit to my own ancestral town. Perhaps it was meant to be.
Con Don Paolo Luciano, innanzi la “Chiesa dei Ciampa”!
With Fr. Paolo Luciano, in front of the "Church of the Ciampas"!