domenica 12 settembre 2021

La chiesa che costruì Sant’Orione / The church that Saint Orione built

Cartolina storica del Santuario di Tortona (dalla mia collezione personale)
Historic postcard of the Santuario in Tortona (from my personal collection)

La chiesa che costruì Sant’Orione
di Leonardo Ciampa

Ultimo aggiornamento: 29 dicembre 2021

Io sono nato nel 1971 e ho vissuto nel quartiere Orient Heights di East Boston, a meno di un chilom
etro dalla “Don Orione Home” (la casa di riposo fondata dagli Orionini nel 1951) e la statua della Madonna, alta più di 11 metri, dallo scultore ebreo-italo Arrigo Minerbi (1881-1960). Realizzata nel 1954, era una copia della statua che Minerbi aveva costruito l’anno precedente a Monte Mario, Roma. Il complesso era la sede nazionale dell’ordine orionino, i Figli della Divina Provvidenza.

Quasi fin dall’inizio, la mia vita si è legata in un modo o nell’altro alla Don Orione.

  

The church that Saint Orione built
by Leonardo Ciampa

Latest update: 29 December 2021

I was born in 1971 and lived in the Orient Heights neighborhood of East Boston, less than a kilometer from the Don Orione Home (founded by the Orionine fathers in 1951) and the 35-foot-high Madonna statue by the Jewish-Italian sculptor Arrigo Minerbi (1881-1960). Made in 1954, it was a copy of the statue that Minerbi had built the previous year in Monte Mario, Rome. The complex was the national headquarters of the Orionine Order, the Sons of the Divine Providence.

Almost from the beginning, my life was linked to the Don Orione in one way or another. 

Arrivo della statua della Madonna (1 maggio 1954). Fino agli anni ’70 si trovava ancora davanti alla Home; non era ancora stato spostata dall’altra parte della strada. (foto: donorione.org) Arrival of the Madonna statue (1 May 1954). As recently as the 1970s it was still located in front of the Home; it had not yet been moved across the street. (photo: donorione.org)
La statua nella sua posizione attuale, dall’altra parte della strada. Questa foto fu scattata nel giorno della dedicazione del Santuario, situato sotto la piazza (29 novembre 1987). Io ci fui in quel giorno: fui l’organista per la dedicazione. (foto: donorione.org) The statue in its current location, across the street.  This photo was taken on the day of the dedication of the Santuario, located below the piazza (29 November 1987). I was there that day; I was the organist for the dedication. (photo: donorione.org)

Nel 1976, quando avevo cinque anni, mia nonna paterna divenne residente della Home. Visse lì per cinque anni fino alla sua morte nel 1981, quando io avevo 10 anni. La Home aveva una sala ricevimenti al terzo piano (chiamato il quarto piano in America) dove, per il compleanno di mia nonna, si riuniva tutta la famiglia. (Intendiamoci, mio padre era uno dei nove figli!) Dopo la festa, assistevamo alla Messa nella Cappella Papa San Pio X alla Home. (Non sapevo che la Cappella fosse intitolata a Papa San Pio X, o che un giorno vi sarebbe stata fatta musica molto interessante...)

Circa cinque anni dopo, mio nonno materno si unì a due suoi amici che cantavano nel “Madonna Choir,” un coro amatoriale diretto da un notevole sacerdote di nome Don Antonio Simioni, FDP (1912-1996). Il nonno mi parlava costantemente del coro, in particolare del suo direttore. Nel frattempo, a mia insaputa, parlava di me al direttore.

Si dava il caso che Padre Antonio cercasse un organista accompagnatore. Il suo attuale accompagnatore era Don Gino Marchesani (nato nel 1928 – mentre scrivo, ancora in vita all’età di 92 anni), che aveva per un lavoro molto impegnativo a 50 chilometri di distanza, direttore di un programma per giovani disabili intellettivi presso la Don Orione Home nel quartiere Bradford di Haverhill.

Nonno mi fece assistere alla Messa per la festa di Don Orione il 15 marzo 1987, presso la suddetta cappella. (Il gran Santuario sotterraneo dall’altra parte della strada non era ancora completato.) Il coro cantò, Padre Antonio diresse e Padre Gino suonò. (La musica comprendeva anche l’Inno al Beato Luigi Orione, che lo stesso Padre Antonio aveva composto.) Successivamente salii in cantoria per incontrare Padre Antonio. Mi sedetti all’organo, e Padre Antonio mi posò davanti due pagine di musica, una delle quali era il suo arrangiamento dell’Alleluia di Perosi. Suonai tutt’e due correttamente a prima vista. Vedo ancora la fronte corrugata e il cenno di approvazione di Padre Antonio. Il lavoro ero mio! Avevo 16 anni, ero ancora al secondo anno del liceo, e non parlavo nemmeno una parola né di italiano né di dialetto. Padre Antonio aveva 75 anni e non parlava quasi inglese. Ci siamo trovati perfettamente.

  

In 1976, when I was five, my paternal grandmother became a resident in the Home. She lived there for five years until her death in 1981, when I was 10. The Home had a function hall on the fourth floor where, on my grandmother’s birthday, the whole family would gather. (Mind you, my father was one of nine children!) After the party, we would attend Mass in the Home’s Chapel. (Little did I know that the Chapel was named for Pope St. Pius X, or that much interesting music would someday be made there ...)

About five years later, my maternal grandfather joined two of his friends who were singing in the “Madonna Choir,” an amateur choir led by a remarkable priest named Don Antonio Simioni, FDP (1912-1996). Grandpa was constantly telling me about the choir, especially its director. Meanwhile, unbeknownst to me, he was also telling Padre Antonio about me.

It so happened Padre Antonio was looking for an organ accompanist. His current accompanist was Don Gino Marchesani (born 1928 – at this writing, still alive at age 92). But Padre Gino had a very challenging job 50 kilometers away, director of a program for intellectually disabled youth at the Don Orione Home in the Bradford neighborhood of Haverhill.

Grandpa arranged for me to attend the Mass for the Feast of Don Orione on March 15, 1987, at the abovementioned chapel. (The large underground Santuary across the street was not yet completed.) The choir sang, Padre Antonio conducted, and Padre Gino played. (The music included the “Hymn to Blessed Luigi Orione,” which Padre Antonio himself composed.) Afterwards I went up to the loft to meet Padre Antonio. I sat at the organ, and Padre Antonio placed in front of me two pages of music, the second being his arrangement of Perosi’s Alleluia. Both I played correctly at first sight. I can still see Padre Antonio’s furrowed brow and nod of approval. So I had the job! I was 16, still a sophomore in high school, and didn’t speak one single word of Italian or any dialect thereof. Padre Antonio was 75 and spoke almost no English. We got along perfectly.

Don Antonio Simioni, FDP (1912-1996)

Il 29 novembre di quell’anno fu dedicato il grande Santuario sotterraneo “Madonna Regina dell’Universo,” con una Messa celebrata dal Cardinale Bernard Law. Padre Antonio diresse il coro, il quartetto d’archi, due voci soliste e il sottoscritto all’organo.

Padre Antonio fu un rimarchevole compositore e direttore autodidatta. Scrisse musica con una bellissima calligrafia e scrisse molte melodie sacre, ma non sapeva comporre armonie. Quindi il mercoledì dopo la scuola, andavo a East Boston e lavoravamo insieme, armonizzando i suoi inni. Poi alle ore 18 cenavo con i sacerdoti – la mia primissima esperienza di un vero pasto italiano, con primo, secondo, ecc.! A cena ogni settimana c’erano Don Rocco Crescenzi (1916-2011, fondatore della Home), Don Lorenzo Tosatto (1936-2017), Don Angelo Falardi (1957-1997), Padre John Kilmartin (1960-2010, che veniva dal Regno Unito ma parlava perfettamente l’italiano), e naturalmente Padre Antonio. E dopo cena alle 19:30 c’era la prova del coro.

Intanto, per poter comunicare con Padre Antonio, mi misi a prendere lezioni di italiano. Come ho detto non sapevo parlare una sola parola. Dovetti cominciare dall’inizio – “Ciao, come stai?” C’era un errore linguistico che Padre Antonio non dimenticava mai. In inglese, glasses è la parola sia per “bicchieri” che per “occhiali.” Un giorno parlai degli occhiali come “bicchieri.” Padre Antonio pensava che fosse troppo divertente! Ogni tanto indicava gli occhiali e diceva: “Bicchieri!”

   On November 29 of that year, the large underground Shrine “Madonna Queen of the Universe” was dedicated at a Mass celebrated by Cardinal Bernard Law. Padre Antonio conducted the choir, string quartet, two vocal soloists, and myself at the organ.

Padre Antonio was a remarkable self-taught composer and conductor. He wrote music with beautiful penmanship, and he wrote many sacred melodies, but could not compose harmonies. So on Wednesdays after school, I went to East Boston and we worked together, harmonizing his hymns. Then at 6 p.m., I had dinner with the priests – my very first experience of a real Italian meal, with the primo, secondo, etc.! At dinner every week was Don Rocco Crescenzi (1916-2011, founder of the Home), Don Lorenzo Tosatto (1936-2017), Don Angelo Falardi (1957-1997), Fr. John Kilmartin (1960-2010, who was from the UK but spoke Italian perfectly), and of course Padre Antonio. And after dinner at 7:30 p.m. was the choir rehearsal.

Meanwhile, so that I could communicate with Padre Antonio, I started taking Italian lessons. As I mentioned I didn’t speak a single word. I had to start from the very beginning – “Ciao, come stai?” There was one linguistic blunder that Padre Antonio never forgot. In English, “glasses” is the word for both bicchieri (drinking glasses) and occhiali (reading glasses). One day I referred to eyeglasses as “bicchieri.” Padre Antonio thought that was incredibly funny! Every so often he would point to his eyeglasses and say, “Bicchieri!”
Don Lorenzo Perosi & San Luigi Orione. Nati lo stesso anno, e a pochi chilometri di distanza, erano cari amici. La foto fu scattata in agosto 1931 a Tortona, al tempo della dedicazione del Santuario. Questa cartolina mi fu data da Don Giuseppe Vallauri, FDP (1945-2020).
Don Lorenzo Perosi & St. Luigi Orione. Born the same year, and only a few kilometers apart, they were dear friends. The photo was taken in August 1931 in Tortona, at the time of the dedication of the Santuario. This postcard was given to me by Don Giuseppe Vallauri, FDP (1945-2020).

L’argomento di conversazione preferito di Padre Antonio era un compositore nato lo stesso anno di Don Orione e a pochi chilometri di distanza: Don Lorenzo Perosi. Perosi, Perosi, Perosi. Per Padre Antonio, Perosi era Bach, Mozart e Beethoven, tutti racchiusi in uno. E vi immaginate che Padre Antonio è nato 40 anni dopo la nascita di Perosi e morto 40 anni dopo la sua morte?!

Un giorno Padre Antonio mi fece un regalo: una cassetta (le ricordate?) della Missa Secunda Pontificalis di Perosi, con il Coro Vallicelliano, diretto da Don Antonio Sartori (1924-1964) con il maestro Giuseppe Agostini (1930-2020) all’organo della Basilica di Santa Francesca di Roma. Al primo eleison, avevo le farfalle nello stomaco. Adesso anch’io ero agganciato su Perosi.

Ora che ero un “convertito,” Padre Antonio mi dava diverse registrazioni e spartiti della musica di Perosi. È difficile enfatizzare eccessivamente quanto fossero rari. Il nome di Perosi era praticamente sconosciuto in America. E questo accadeva decenni prima che la musica potesse essere facilmente scaricata da Internet.

Comunque non potete immaginare quanto famoso era stato questo Perosi una volta. Non sarebbe un’esagerazione dire che, per un breve periodo (fine degli anni 1890, inizi del 1900), la sua fama internazionale era l’equivalente di qualcuno come Justin Bieber. Perosi fu l’unico membro della Giovane Scuola (Puccini, Mascagni, Leoncavallo et al.) che non compose opere. Dopo la prima del 1901 del Mosè di Perosi, con Toscanini sul podio, Mascagni disse, “Se questo comincia a scrivere opere siamo fritti.” Puccini non aveva meno ammirazione: “Il Maestro Perosi è un genio autentico ed originale della musica italiana, ed io, come l’amico Mascagni, non solo non abbiamo nulla da dire né da criticare, ma molto da ammirare e sotto certi aspetti quel cervellaccio supera noi.”

Di queste registrazioni rarissime che Padre Antonio mi regalò, una delle più interessanti fu anche la più nuova: una cassetta di una registrazione dal vivo, appena effettuata nel Santuario di Nostra Signora della Guardia a Tortona il 10 maggio 1987. Si legge:

Lorenzo Perosi
Concerto nazionale perosiano
e Convegno Scholae Cantorum
“Canti per la Messa”

Don Luigi Sessa (1927-2001) diresse 1700 (!!!) cantanti, con il maestro Attilio Baronti (1950-1993) all’organo.

Fu in quel momento che venni a capire che questo Santuario di Tortona fosse come il “Vaticano” dell’ordine orionino. Se solo avessi fatto più domande a Padre Antonio su questa chiesa che il futuro santo aveva costruito! (Ma con il mio italiano limitato, come avrei potuto?) Seppi solo dopo la sua morte che lui conosceva personalmente Don Orione e per diversi anni. Padre Antonio rimase orfano all’età di 5 anni – sua madre morì dieci giorni dopo la sua nascita; suo padre morì nella prima guerra mondiale. Come sappiamo, Don Orione aveva fondato molti orfanotrofi – incluso quello in cui si trovava piccolo Antonio. Don Orione, infatti, era stato molto influente nel discernimento di Padre Antonio di entrare nel sacerdozio. Padre Antonio doveva certamente essere presente alla dedicazione del Santuario nell’agosto 1931. Lo stesso Don Orione l’aveva chiamato a fare l’assistentato nel seminario di Tortona (1929-1931). Avrebbe iniziato un nuovo assistentato a Genova nel 1931, ma non riesco a immaginare che se ne sia andato prima della dedicazione! Anche se fosse stato a Genova, non sarebbe tornato – se non per stare con Don Orione, per ascoltare Don Perosi dirigere il coro, e suo fratello Cardinale Carlo Perosi celebrare la Messa?! (Qualcuno che sappiamo che ci sia stato Don Rocco Crescenzi. Ne parleremo più avanti.)

  

Padre Antonio’s favorite topic of conversation was a composer born the same year as Don Orione and only a few kilometers away: Don Lorenzo Perosi. Perosi, Perosi, Perosi. For Padre Antonio, Perosi was Bach, Mozart, and Beethoven all wrapped into one. And can you imagine that Padre Antonio (1912-1996) was born 40 years after Perosi’s birth and died 40 years after his death?!

One day, Padre Antonio gave me a gift: a cassette tape (remember those?) of Perosi’s Missa Secunda Pontificalis, with the Coro Vallicelliano, directed by Don Antonio Sartori (1924-1964) with maestro Giuseppe Agostini (1930-2020) at the organ of the Basilica of Santa Francesca in Rome. By the first eleison, I had butterflies in my stomach. Now I too was hooked on Perosi.

Now that I was a “convert,” Padre Antonio gave me several recordings and scores of Perosi’s music. It’s difficult to overemphasize how rare these were. The name Perosi was virtually unknown in America. And this was decades before music could be easily downloaded from the Internet.

However you can
’t imagine how famous Perosi had once been. It would not be an exaggeration to say that, for a brief period (late 1890s, early 1900s), his international fame was the equivalent of someone like Justin Bieber. Perosi was the only member of the Young School (Puccini, Mascagni, Leoncavallo, et al.) who did not compose operas. After the 1901 premiere of Perosi’s Moses, with Toscanini on the podium, Mascagni said, “If this guy starts writing operas, we’re fried.” Puccini had no less admiration: “Maestro Perosi is an authentic and original genius of Italian music, and I, like my friend Mascagni, have not only nothing to criticize but much to admire.  In certain ways that cervellaccio [crazy genius] is greater than us.”

Of these very rare recordings that Padre Antonio gave me, one of the most interesting was also the newest: a cassette of a live recording that had just been made in the Santuario di Nostra Signora della Guardia in Tortona on May 10, 1987. It read:

Lorenzo Perosi

Concerto nazionale perosiano
e Convegno Scholae Cantorum
“Canti per la Messa”

Don Luigi Sessa (1927-2001) directed 1700 (!!!) singers, with maestro Attilio Baronti (1950-1993) at the organ.

I was at that moment that I came to understand that this Santuario in Tortona was like the “Vatican” of Don Orione’s order. If only I had asked Padre Antonio more questions about this church that the future saint built! (But with my limited Italian, how could I have?) I didn’t find out until after his death that he knew Don Orione personally and for quite a few years. Padre Antonio was orphaned at age 5 – his mother died 10 days after his birth; his father died five years later in World War I.  As we know, Don Orione founded many orphanages – including the one in which little Antonio ended up. In fact, Don Orione was very influential in Padre Antonio’s discernment to enter the priesthood. Padre Antonio must certainly have been present at the dedication of the Santuario in August, 1931. Don Orione himself had called him to do an assistantship at the seminary in Tortona (1929-1931). He would start a new assistanceship in Genoa in 1931, but I can’t imagine he left before the dedication! Even if he was in Genoa, would he not have returned – if not to be with Don Orione, to hear Don Perosi conduct the choir, and his brother Cardinal Carlo Perosi celebrate the Mass?! (Someone who we know was there was Don Rocco Crescenzi. More about that later.)

La Madonna Choir, dopo l’ultima esibizione sotto la bacchetta di Padre Antonio, per la Festa dell’Assunta (15 agosto 1988). A sinistra di Padre Antonio è Franca Montemurro. A sinistra di lei, il gentiluomo con i baffi è il mio caro nonno Leonardo (“Tony”) Maggio (1910-1995). All’estrema destra è Mario Montemurro. (fotografo ignoto)
The Madonna Choir, after the last performance under the baton of Padre Antonio, for the Feast of the Assumption (15 August 1988). Left of Padre Antonio is Franca Montemurro. Left of her, the gentleman with the mustache is my dear grandfather Leonardo (“Tony”) Maggio (1910-1995). At the extreme right is Mario Montemurro. (photographer unknown)

L’ultima esibizione del Madonna Choir sotto la direzione di Padre Antonio fu per la Festa dell’Assunta, il 15 agosto 1988. Grazie a Dio una bella foto ricorda quell’occasione.

La progettazione della foto fu voluta, poiché il mese successivo – settembre 1988 – Padre Antonio fu trasferito al Santuario di Pompei (trasferimento che lui non aveva richiesto). Fu un giorno triste della mia vita che ricordo come fosse ieri. Devo aver previsto che sarebbero state scattate delle foto; portai all’aeroporto una bacchetta e una copia di una Messa di Perosi, con la quale Padre Antonio bonariamente posò!

  

The last performance of the Madonna Choir under Padre Antonio’s direction was for the Feast of the Assumption, August 15, 1988. Thank God for a beautiful photo which memorializes the occasion.

Planning the photo was intentional, for the following month – September 1988 – Padre Antonio was transferred to the Santuario in Pompeii (a transfer that he did not request). It was a sad day in my life which I remember like it was yesterday. I must have predicted that photos would be taken; I brought a baton and a copy of a Perosi Mass to the airport, with which Padre Antonio dutifully posed!  

L’addio all’aeroporto di Boston (settembre 1988). A sinistra è Don Rocco Crescenzi (fondatore della Don Orione di Boston). L’uomo nell’ultima fila a destra è Don Lorenzo Tosatto. (fotografo ignoto)
Saying farewell at Logan Airport (September, 1988).  At left is Don Rocco Crescenzi (founder of the Don Orione in East Boston). The man in the back row on the right is Don Lorenzo Tosatto. (photographer unknown)

Per i successivi sette anni rimanemmo in contatto regolare per telefono e per posta. Ogni giorno di festa ricevevo un biglietto. Ogni Natale e Pasqua alle 6 del mattino ricevevo una telefonata. Nel frattempo, continuai a studiare l’italiano. Il mio amore per la cultura italiana continuò a crescere. Le cose “bollirono fuori della pentola” nel settembre 1994, quando fui assunto dal Conservatorio di Boston come Pianista Accompagnatore e Assistente Didattico della novantenne Dottoressa Iride Pilla (1904-1997). “Miss Pilla” (come tutti la chiamavano) aveva avuto una carriera storica sia come soprano operistico che come maestra di canto. Parlava con fluidità assoluta tre lingue: inglese, italiano e napoletano.


Dopo alcuni mesi di lavoro con lei, l’unica cosa che mi veniva in mente era di andare in Italia. A parte la musica, l’Italia era l’unica cosa che avevo in mente. Ero ossessionato.

Il problema era che non ne avevo alcun programma. Volevo solo comprare un biglietto e partire, e basta. Pensavo a Firenze. Dopotutto, conoscevo molte delle opere d’arte lì. (Purtroppo non conoscevo nessun essere umano lì.)

La mancanza di un programma fece allarmare un po’ Padre Antonio. Mi telefonò e disse: “Conosco una famiglia, vicino a Pompei. È una buona famiglia. Il figlio è un tenore. Penso che voi due potreste andare d’accordo.” Il loro cognome era Schettino.

Poche settimane prima della mia partenza, il mio amatissimo nonno morì, dopo una brevissima battaglia contro il cancro. Telefonai a Padre Antonio e mi sciolsi in lacrime. “Coraggio!” lui mi disse.

Pieno di tristezza per mio nonno ma di eccitazione per il viaggio, il 6 agosto 1995, arrivai all’aeroporto di Napoli e per la primissima volta misi piede in terra italiana. E la primissima faccia familiare che vidi fu il volto sorridente di Padre Antonio Simioni! Gli Schettino ci portarono alla loro bella casa a Sant’Antonio Abate, a meno di 14 miglia in linea d’aria dalla bocca del Vesuvio. La mia “residenza” in Italia durò solo sei settimane, ma il viaggio innescò una catena di eventi che cambiarono il corso della mia vita e della mia carriera.

  

For the next seven years we remained in regular contact by phone and mail. Every holiday I received a card. Every Christmas and Easter at 6 a.m. I received a telephone call. Meanwhile, I continued studying Italian. My love for Italian culture continued to grow. Things came to a head in September 1994, when I was hired by the Boston Conservatory to be the piano accompanist and teaching assistant of the 90-year-old Dr. Iride Pilla (1904-1997). Miss Pilla had had a storied carrier as a soprano and voice teacher. She was categorically fluent in three languages: English, Italian, and Neapolitan.

After a few months of working with her, the only thing I could possibly think of was to go to Italy. Other than music, Italy was the only thing on my mind. I was obsessed.

The problem was that I had no plan whatsoever. I was just going to buy a ticket and go, and that was it. I was thinking of Florence. After all, I knew about many of the artworks there. (Unfortunately, I didn’t know any people there.)

My lack of a plan startled Padre Antonio a little bit. He telephoned me and said, “I know a family, near Pompeii. They are a good family. The son is a tenor. I think you would get along well with him.” Their name was Schettino.

A few weeks before my departure, my beloved grandfather died after a short bout with cancer. I called Padre Antonio and dissolved into tears. “Coraggio!” he said.

Filled with sadness over my grandfather but excitement about the trip, on August 6, 1995, I arrived at the Naples Airport, and I set foot on Italian soil for the very first time. And the very first familiar face that I saw was the smiling face of Padre Antonio Simioni! The Schettino’s brought us to their beautiful home in Sant’Antonio Abate, less than 14 miles as the crow flies from the mouth of Mount Vesuvius. My “residence” in Italy lasted only six weeks, but the trip set off a chain of events that changed the course of my life and career.

Il Santuario di Pompei (foto: Wikipedia)
The Santuario in Pompeii (photo: Wikipedia)

Un anno dopo, ricevetti la notizia che Padre Antonio era morto a Pompei. Secondo Franca Montemurro, “È morto come lui meritava di morire: un infarto nel sonno, senza soffrire. Sono entrati nella sua stanza e lui se n’era andato.” Franca era da lungo tempo Direttrice delle Attività della Home. Lei e suo marito Mario erano stati cantanti nel Madonna Choir. Ancora più importante, erano la famiglia che Padre Antonio non aveva mai avuto. Come ricorderete, lui era rimasto orfano. Una volta lui mi disse: “Non sapevo cosa fosse la famiglia finché non sono entrato nel sacerdozio.”

Qualche anno dopo, la mia vita s’incrociò di nuovo con la Don Orione. Mia nonna materna soffriva di demenza. Nel 1999 fu iscritta ad un asilo nido per adulti al Don Orione. (Per farla accettare, le dicemmo che fosse un “lavoro.” Quando lei ci andava, credeva che “andasse al lavoro.”) Era difficile assistere al declino di una persona così intelligente e così forte. Sul lato positivo, rimasi contentissimo di rivedere Franca Montemurro!

Un anno dopo si verificò un altro “incrocio orionino” con la mia vita. Molto vicino alla Don Orione si trova la Chiesa di S. Lazzaro, costruita nel 1923. Nel 1934 (solo 11 anni dopo!), i miei nonni materni si sposarono a S. Lazzaro. Entrambi ebbero lì i loro funerali (rispettivamente nel 1995 e nel 1999). Negli anni ’90 il parroco di S. Lazzaro (ora chiamata S. Giuseppe & S. Lazzaro) fu Padre Richard P. McLaughlin (che piaceva molto ai miei nonni, così come a me). Quando Padre McLaughlin fu trasferito nel 2000, la chiesa (che era in declino) diventò una chiesa orionina. Il nuovo parroco era Padre Kilmartin, uno dei sacerdoti con cui avevo cenato i mercoledì 13 anni prima!

  

A year later, I received the news that Padre Antonio passed away in Pompeii. According to Franca Montemurro, “He died as he deserved to die: a heart attack in his sleep, without suffering. They came in his room, and he had gone.” Franca was the long-time Director of Activities at the Home. Franca and her husband Mario had been singers in the Madonna Choir. More importantly, they were the family that Padre Antonio never had. As you recall, he had been an orphan. He said to me once, “I didn’t know what family was until I entered the priesthood.”

A few years later, my life again intersected with the Don Orione. My maternal grandmother suffered from dementia. In 1999 she was enrolled in an adult daycare program at the Don Orione. (To get her to agree to it, we told her that it was a “job.” She believed that she was “going to work.”) It was hard to witness the decline of someone so smart and so strong. On the positive side, I was very happy to see Franca Montemurro again!

A year later, the Don Orione intersected once again in my life. Very close to the Don Orione is the church of St. Lazarus, built in 1923. In 1934 (only 11 years later!), my maternal grandparents were married in St. Lazarus. Both had their funerals there (in 1995 and 1999, respectively). In the 1990s the pastor at St. Lazarus (now called St. Joseph-St. Lazarus) was Fr. Richard P. McLaughlin (whom my grandparents liked very much, as did I). When Fr. McLaughlin was transferred in the year 2000, the church (which had been declining) became a Don Orione church. The new pastor was Fr. Kilmartin, one of the priests with whom I had had Wednesday suppers 13 years previously!

Questa foto cattura il momento che vidi il Santuario di Tortona per la primissima volta (settembre 2005). Un momento emozionante!
This photo captures the moment that I saw the Santuario in Tortona for the very first time (September 2005). What an exciting moment!

Nel 2005 ero impegnato a scrivere una biografia di Perosi, la prima mai scritta in lingua inglese. Così Perosi e Don Orione mi stavano molto in mente quel settembre. Feci una tournée di concerti d’organo in Italia e Austria. I primi due concerti furono a Pralungo (provincia di Biella) e Bischofshofen (stato di Salisburgo). Tortona non era di passaggio tra quelle due città! Comunque dovevo (DOVEVO) assolutamente vederlo. Implorai Prof. Siegbert Kuhn, il mio manager-autista-amico, di fare una deviazione. Quando ci arrivammo il sole era quasi tramontato. Ma era già abbastanza buio che la statua della Madonna fosse illuminata. Che emozione vedere finalmente la chiesa che Don Orione aveva fatto costruire! Tuttavia, era troppo tardi per poter entrare.

Quel dicembre mi trasferii ad Orient Heights, dopo 31 anni che non ci vivevo. La mia casa era a soli 5 minuti a piedi dal Santuario della Madonna! Ogni giorno vedevo la statua della Madonna. Ero così felice di essere lì che spesso suonavo messe gratuitamente nella Cappella, solo per il piacere di farlo! La maggior parte delle messe erano celebrate da Padre Gino, ma a volte celebrava Padre Rocco. Dopo la messa chiacchieravo con il celebrante, a volte davanti a caffè e biscotti. Era in queste conversazioni che seppi tante cose su Don Orione e Padre Antonio.

Padre Rocco era stato un fattorino di Don Orione. Si legge che il Santuario fu “costruito da preti e giovani chierici.” Il quindicenne Padre Rocco fu uno di quei giovani chierici. Mi raccontò di dover portare dei mattoni. Ed era raggiante quando diceva di esser stato presente alla dedicazione. “Sono stato sveglio per 36 ore di fila!”, mi raccontò. (O magari ne furono 40?) Padre Rocco ricordava gli “occhi penetranti” di Don Orione. “Sentivo di dover dire la verità, perché se non l’avessi fatto, lui l’avrebbe saputo.”

Padre Gino aveva conosciuto Padre Antonio all’inizio degli anni Quaranta, quando Padre Antonio era rettore di San Michele a Tortona (1941-1947). Il giovane Padre Gino cantava spesso nei cori sotto la direzione di Padre Antonio al Santuario. (Ancora un altro collegamento al Santuario!)

  

In 2005 I was busily writing a biography of Perosi, the first one ever written in the English language. Thus Perosi and Don Orione were much on my mind that September. I made an organ concert tour of Italy and Austria. The first two concerts were in Pralungo (province of Biella) and Bischofshofen (state of Salzburg). Tortona was not on the way between those two cities! However I absolutelyhad to (HAD TO) see it. I begged Prof. Siegbert Kuhn, my manager-chauffeur-friend, to make a detour. By the time we got there the sun had almost gone down. But it was dark enough that the Madonna statue was illuminated. What a thrill to finally see the church that Don Orione built! However, it was too late to be able to enter.

That December I moved back to Orient Heights, after not having lived there for 31 years. My house was only a 5-minute walk from the Madonna Shrine! Every day I saw the Madonna statue. I was so happy to be there that I often played Masses for free in the Chapel, just for the pleasure of it! Most of the Masses were said by Padre Gino, but sometimes Padre Rocco celebrated. After Mass I would chat with the celebrant, sometimes over coffee and cookies. It was in these conversations that I learned so much about Don Orione and Padre Antonio.

Padre Rocco had been an errand boy for Don Orione. We read that the Santuario was “built by priests and young clerics.” The 15-year-old Padre Rocco was one of those young clerics. He told me about having to carry bricks. And he glowed when he talked about being present at the dedication. “I was awake for 36 hours straight!”, he told me. (Or maybe it was 40?) Padre Rocco remembered Don Orione’s “penetrating eyes.” “I felt I had to tell the truth, because if I didn’t, he would have known.”

Padre Gino knew Padre Antonio back in the early 1940s, when Padre Antonio was rector of St. Michael’s in Tortona (1941-1947). The young Padre Gino often sang in choirs under Padre Antonio’s direction at the Santuario. (Yet another connection to the Santuario!)

La cassetta vera e propria che Padre Antonio mi regalò nel 1987.
The actual cassette that Padre Antonio gave me in 1987.
Con il maestro Arturo Sacchetti alla sua casa a Santhià (VC) (settembre 2005). With Maestro Arturo Sacchetti at his home in Santhià (province of Vercelli) (September 2005).

Riuscite a immaginare che stavo completando una biografia di Perosi a pochi metri dal punto esatto in cui avevo ascoltato la sua musica per la primissima volta?!

La biografia si completò nel marzo 2006, in tempo per il 50° anniversario della morte di Perosi. Per il libro intervistai diverse persone, tra cui Arcangelo Paglialunga (1920-2011), giornalista vaticanista che conosceva Perosi e scrisse su di lui una biografia negli anni Cinquanta, quando il compositore era ancora in vita. Tuttavia il perosiano più importante che conobbi e con cui diventai amico fu il maestro Arturo Sacchetti, il massimo esperto mondiale della musica di Perosi. Per una coincidenza incredibile, lui abitava solo 30 chilometri da una delle tappe della mia tournee!

Per intercessione del Sacchetti, ebbi l’indescrivibile onore di suonare in concerto al Festival Perosiano 2007 a Tortona, proprio nella cattedrale dove Perosi era organista (e suo padre prima di lui). V
idi la tomba marmorea di Perosi, nella navata del Duomo. In più, entrai proprio nella stanza, dietro la cantoria, dove a volte dormiva Don Orione da giovane! 

Gli organizzatori del Festival in quel periodo erano il dott. Giorgio Gatti e il Cav. Uff. Luciano Carniglia. Quando domandai loro della registrazione del 1987 con 1700 cantanti, Carniglia non solo ne era a conoscenza: era stato lui a produrla! L’aveva fatto in collaborazione con il recentemente scomparso Don Giuseppe Scappini (1921-2006), che era stato direttore musicale della Cattedrale sia direttore fondatore del “Corale San Luigi Orione,” residente al Santuario. Carniglia mi regalò una versione in CD della cassetta che mi aveva tanto entusiasmato 20 anni prima.

(Devo anche ricordare che Don Scappini era la forza dietro il restauro di qualità museale dell’organo del Duomo. Purtroppo morì prima che potessi incontrarlo.)

  

Can you imagine that I was completing a Perosi biography mere meters from the exact spot where I first heard his music?!

The biography was completed in March 2006, in time for the 50th anniversary of Perosi’s death. I interviewed several people for the book, including Arcangelo Paglialunga (1920-2011), a Vatican journalist who knew Perosi and wrote a biography on him the 1950s, while the composer was still alive. However the most important Perosian who I met and befriended was Arturo Sacchetti. Sacchetti was and is the world’s leading expert on Perosi’s music. By an amazing coincidence, he lived less than 19 miles from one of the stops on my tour!

Through Sacchetti’s intercession, I had the indescribable honor of playing a concert in the Festival Perosiano 2007 in Tortona, in the very cathedral where Perosi was organist (and his father before him). 
I saw Perosi’s marble tomb, in the nave of the Cathedral. As an added bonus, I entered the very room, behind the choir loft, where Don Orione sometimes slept as a youth! 

The organizers of the Festival at that time were Dr. Giorgio Gatti and Cav. Uff. Luciano Carniglia. When I asked them about the 1987 recording with 1700 singers, Carniglia not only knew about it – he was the one who produced it! It was in collaboration with the recently deceased Don Giuseppe Scappini (1921-2006). Don Giuseppe was both music director of the Cathedral and founding director of the “Corale San Luigi Orione,” in residence at the Santuario. Carniglia gave me a CD version of the cassette which had so thrilled me 20 years before. 

(I must also mention that Don Scappini was the force behind the museum-quality restoration of the Cathedral organ. Alas, he passed away before I could meet him.)

Il momento che vidi il Santuario per la prima volta alla luce del giorno (novembre 2007).
The moment that I saw the Santuario for the first time in daylight (November 2007).

Essendo a Tortona, ebbi finalmente l’opportunità di visitare il Santuario! E c’era un’ora che sapevo per certo sarebbe stato aperto: domenica mattina. Come descrivere l’emozione di assistere alla Messa nella chiesa i cui mattoni erano stati portati dal futuro Sant’Orione e Padre Rocco? La chiesa dedicata dal cardinale Perosi con il fratello a dirigere il coro? La chiesa dove dirigeva Padre Antonio e cantava Padre Gino? La chiesa dove una volta risuonarono le voci di 1700 cantori? Seduto all’organo Mascioni quella mattina fu Don Serafino Tosatto (1929-2020), che per coincidenza era cugino di Padre Lorenzo Tosatto ad East Boston. La personalità vivace e l’esecuzione forte di Don Serafino smentivono i suoi 78 anni.

L’anno 2022 segnerà il 150° anniversario della nascita sia di Don Perosi che di Sant’Orione. E in data 19 agosto 2022, IO CI SARÒ! S
eduto all’organo! Un sogno diventerà realtà.

  

Being in Tortona, I finally had the opportunity to visit the Santuario! And there was one time I knew for sure that it would be open: Sunday morning. How do I describe the thrill of attending Mass in the church whose bricks had been carried by the future Saint Orione and Padre Rocco? The church dedicated by Cardinal Perosi with his brother directing the choir? The church where Padre Antonio conducted and Padre Gino sang? The church where 1700 singers’ voices once resounded? Seated at the Mascioni organ that morning was Don Serafino Tosatto (1929-2020), who coincidentally was a cousin of Padre Lorenzo Tosatto in East Boston. Don Serafino’s sprightly personality and strong playing belied his 78 years.

The year 2022 will mark the 150th anniversary of the births of both Don Perosi and Saint Orione. And on August 19, 2022, I WILL BE THERE! Seated at the organ!  A dream will come true.


Articolo correlato / Related article:
Discorso tortonese (19 agosto 2022)
Foto dal sito web del Santuario (www.madonnadellaguardiatortona.it)
Photo from the Santuario website (www.madonnadellaguardiatortona.it)
Foto dal sito web del Santuario (www.madonnadellaguardiatortona.it)
Photo from the Santuario website (www.madonnadellaguardiatortona.it)

Nessun commento:

Posta un commento